40 sono gli anni trascorsi da quando la ginnastica ritmica è entrata a far parte del programma olimpico. Dopo la canadese Lori Fung e la russa Marina Lobatch, vincitrici rispettivamente dei Giochi Olimpici di Los Angeles 1984 e di Seoul 1988, iniziarono ad emergere le atlete della neonata nazione ucraina: Alexandra Timoshenko vinse l’edizione di Barcellona 1992 ed Ekaterina Serebrianskaya quella successiva di Atlanta 1996.
È proprio su quest’ultima che vogliamo concentrarci oggi per il nostro nuovo articolo dedicato alle protagoniste della ritmica!
Un trampolino di lancio
Nata il 25 ottobre 1977 a Sinferopoli, città prima appartenente all’Unione Sovietica, poi all’Ucraina e oggi capitale della Repubblica autonoma di Crimea, Ekaterina Serebrianskaya iniziò a praticare ginnastica ritmica a soli 4 anni. Inizialmente seguita in palestra dalla madre Liubov, per inseguire i suoi sogni si trasferì a Kiev entrando ad allenarsi presso l’Accademia ucraina più prestigiosa, allora come oggi: la “Deriugina School”.
Entrò prima a far parte della squadra nazionale e poi, dopo il ritiro dalle pedane internazionali di grandi campionesse come Oksana Skaldina e Alexandra Timoshenko – dalla quale ereditò anche alcuni esercizi – intraprese la carriera di individualista. Elevazione, flessibilità e precisione ma anche grinta e maturità dimostrate fin da giovanissima erano i punti di forza delle sue performance, a cui amava abbinare sia musiche tradizionali e classiche, come Gershwin e Tchaikovsky, sia musiche moderne.
Nel 1992 a Bruxelles, a soli 15 anni e alla sua prima esperienza ad un campionato mondiale, ottenne la quinta posizione. Quel risultato fu il trampolino di lancio di una straordinaria carriera.
Una carriera da record
Serebrianskaya ha stabilito molti record della storia della ginnastica e può indubbiamente essere considerata tra le stelle della ritmica mondiale di tutti i tempi. Fu la prima ginnasta della storia a conquistare un titolo europeo, mondiale ed olimpico, pregio di cui si possono vantare a oggi solo Timoshenko, Kabaeva e Kanaeva.
Aggiungendo anche le vittorie in World Cup e nel Gran Prix, Ekaterina è stata la prima ginnasta a vincere tutte e cinque le competizioni, traguardo eguagliato successivamente solo da due miti come Kabaeva e Kanaeva.
Ma non solo: Ekaterina è riuscita a vincere il titolo mondiale di specialità con tutti gli attrezzi, così come è una delle poche ginnaste al mondo ad aver vinto tutte le medaglie d’oro disponibili in una sola edizione di un campionato mondiale (sia nel concorso generale che nelle finali per attrezzo), record eguagliato ad oggi solo da Panova, Kanaeva, Varfolomeev e dalla compianta ginnasta russa Oksana Kostina.
Alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, anche alla luce degli errori commessi in fase di qualificazione, molti avrebbero scommesso (e forse anche sperato) che la medaglia più pregiata finisse al collo di Batyrchina o di Vitrychenko, allora beniamine di moltissimi appassionati. Nonostante una piccola disattenzione prima dell’ultimo lancio del nastro, Ekaterina era forte di un’impeccabile performance alla fune sulle note della Kalinka e di due ottime esecuzioni con palla e clavette. Conquistò così il gradino più alto del podio a discapito della sua rivale russa Batyrchina che, fino a quel momento in testa, perse l’attrezzo durante l’esercizio al nastro. Il punteggio di 9.833 (su 10.000) nell’ultima della quattro rotazioni – da alcuni considerato persino eccessivo – permise a Ekaterina di vincere il titolo olimpico.
Il ritiro dall’attività
Nel 1997, ufficialmente a causa dei problemi di salute della madre, Ekaterina non prese parte al campionato del mondo alimentando però, allo stesso tempo, i rumors sulla sua presunta rivalità con la connazionale Elena Vitrychenko. Successivamente, forse anche a causa di alcuni diverbi con le sue tecniche Albina e Irina Deriugina, si allontanò dal centro tecnico per tornare ad allenarsi a Sinferopoli.
L’anno successivo, Ekaterina si ritirò dalla carriera agonistica nonostante le ottime prestazioni ai campionati europei, da alcuni definiti tra le migliori di sempre. Ancora nel pieno della forma, lasciò dunque la pedana a due anni di distanza dalla conquista della medaglia olimpica e dopo aver collezionato innumerevoli titoli, sia mondiali (come l’oro nell’all-around ai Campionati del Mondo di Vienna nel 1995), che Europei (oro ad Asker nel 1996, bronzo a Patrasso nel 1997) a cui si aggiungono le già citate numerosissime medaglie internazionali nelle varie specialità.
Dopo il ritiro non sono mancati anche i problemi: il suo rapporto con il cibo, ad esempio.
Prima delle gare dovevamo misurare i grammi di cibo, è capitato anche di bere solamente due bicchieri d’acqua al giorno. Una volta smesso, ho iniziato a mangiare all’inverosimile, ingrassando molto. Oggi, per fortuna, grazie all’attività fisica – ginnastica mattutina, massaggi, nuoto, tennis – sono tornata in forma.
Anche per questo negli anni dopo il ritiro ha dato vita a un portale (purtroppo non più online) dedicato a temi quali salute, ilbenessere psico-fisico, natura, alimentazione, psicologia, cura di sé e del proprio corpo, sul quale era possibile persino acquistare pubblicazioni e dvd con lezioni di danza, training, meditazione e fitness da lei direttamente curate.
La vita dopo lo sport
Dopo il ritiro dalle competizioni, la vita di Ekaterina è molto cambiata. È tornata a vivere a Kiev, è diventata mamma, ha iniziato a dedicarsi prima al mondo della moda e poi a quello della TV. In un’intervista rilasciata anni fa al giornale ucraino “Facts” Ekaterina ha sottolineato come siano cambiati i valori della sua vita dopo la nascita di suo figlio Zhenia, quando ha lasciato per un po’ da parte la dedizione al lavoro e il successo per dedicarsi alla famiglia.
Spero che mio figlio capisca che lo sport deve essere considerato come un hobby, non deve farne la sua ragione di vita. Al primo posto ci deve essere lo studio. Poi tutto il resto.
Ekaterina Serebrianskaya (Lidia Vinogradna © 2000-2003)
Questa è una della ragioni per cui Ekaterina ha anche lasciato da parte la carriera di modella: “Ogni persona deve sviluppare la propria personalità, non essere una bambola. Chi studia ha più possibilità di fare un bel lavoro e guadagnare bene”. Così, nonostante oggi sia considerata tra le più belle e famose donne del suo Paese, ha capito che quella non poteva essere la sua strada. Ha chiuso la sua Agenzia di moda “Silver Star” e l’ha trasformata in una Fondazione benefica.
L’Ekaterina di oggi è dedita al lavoro e all’insegnamento ma per questo non trascurerebbe mai la sua famiglia. Ama anche viaggiare: quando può trascorre infatti con gli amici qualche giorno lontano da casa.
Un diverso modo viaggiare da quello che ha fatto per tutta la vita, portandola in giro per il mondo, ai vertici della ginnastica ritmica mondiale.
Conoscevate la storia di Ekaterina? Fatemelo sapere nei commenti!
Grazie mille, come sempre per queste chicche!
Una domanda: ma la tecnica dei salti, in queste ginnaste degli anni ’90, non è migliore di quella attuale? Io vengo dalla danza e non ho competenze in merito, ma, guardando i video, mi sembra sempre che saltino più in alto e meglio, in maniere più precisa. Forse, è anche merito della minore velocità, non saprei.
Anche a me sembra che ci sia una minore qualità nei salti, in generale mi sembra che solo ucraine e rumene mantengano lo stesso livello di ampiezza e altezza mentre le altre (anche le ginnaste da podio) ci pongono meno attenzione.