Ciao, amici di BlaBlaGym! Le Olimpiadi si sono concluse: queste gare olimpiche sono letteralmente volate, non credete? Dopo qualche giorno di riflessione, sono pronta a condividere con voi le mie impressioni.
Quello di Parigi è stato un grande evento, che mi ha fatto commuovere, tifare e disperarmi, consapevole di aver assistito a momenti che resteranno per sempre nella storia della ritmica mondiale e nel cuore di molti fan.
Se siete interessati ai risultati completi, eccoli qui: Qualificazione Individuale – Finale Individuale – Qualificazione Squadre – Finale Squadre.
Per fare un po’ di ordine nei miei pensieri, come di consueto, oggi vi propongo il mio recap tra top e flop. Mi scuso del fatto che non riuscirò a menzionare tutte le partecipanti: ognuna di loro meriterebbe un riconoscimento speciale!
Le delusioni e i flop
Questa volta, contrariamente al solito, parto dai flop, che sono stati decisamente più numerosi (e dolorosi) del previsto.
#1 Un’Olimpiade agrodolce – Tutti ci aspettavamo che questa Olimpiade sarebbe stata imprevedibile, ma nessuno probabilmente avrebbe immaginato quanto. Molte ginnaste e squadre avevano la possibilità di arrivare al podio, e forse è proprio per questo che la pressione ha giocato brutti scherzi! Se devo essere sincera, questa non è stata l’Olimpiade che avrei desiderato; e non mi riferisco alle medaglie o ai risultati. Non è stata la gara ideale, in cui tutte riescono a esprimere al meglio il loro potenziale; purtroppo, è stata una competizione segnata da parecchi errori e drammi, di cui avrei fatto volentieri a meno!
#2 Nikolova fuori – Non ricordo un’altra edizione delle Olimpiadi in cui una favorita per il podio non sia nemmeno riuscita a qualificarsi per la finale. Quest’anno, da campionessa europea in carica, Stiliana era considerata LA favorita per l’oro olimpico. Purtroppo, dopo un inizio incerto ma comunque sufficiente per accedere alla finale, l’esercizio alle clavette è andato completamente storto. Che dire, ero incredula, come penso la maggior parte dei fan della ritmica; una finale senza Stiliana non era prevista neanche dai pronostici più fantasiosi!
#3 Finali senza spagnole – Un’altra cosa difficile da prevedere era che la Spagna non sarebbe riuscita a entrare in finale né con le individualiste né, soprattutto, con la squadra. Una gara proprio da dimenticare per la nazionale iberica, che ha commesso gravi errori fin dall’inizio della qualificazione. Un vero smacco dopo i brillanti mondiali in casa dello scorso anno, con la storica qualificazione olimpica di 2 individualiste e della squadra, dopo la totale assenza dagli scorsi Giochi!
#4 Una finale all’ultimo errore – La finale delle squadre, purtroppo, è stata una gara densa di errori, soprattutto da parte delle favorite: a mietere le prime vittime sono stati i 5 cerchi, in cui Bulgaria, Italia e Israele hanno commesso errori che non siamo abituati vedere; l’Ucraina invece, in zona medaglia dopo la prima prestazione, è inceppata negli errori del misto. Alla fine l’ha spuntata chi è riuscito a sbagliare meno delle altre; ma non è stata di certo una bella finale con delle esecuzioni magistrali.
#5 Delusione bulgara – La squadra della Bulgaria si è dovuta accontentare della medaglia di legno, dopo essere stata campionessa Europea solo qualche mese fa. Quella parigina è stata una spedizione decisamente sotto le aspettative per una delle nazioni patria della ginnastica ritmica, che probabilmente in questo triennio – senza le storiche rivali di Russia e Bielorussia – avrebbe potuto ottenere molti più risultati.
#6 La gestione ucraina – Dopo una qualificazione pazzesca, sia l’individualista che la squadra ucraina non sono riuscite a gestire la tensione della finale. La giovanissima Taiisia Onofriichuk, ginnasta splendida, dotatissima e molto coraggiosa, purtroppo non ha saputo reggere una pedana forse troppo grande per lei: d’altronde cosa ci si aspettava da una atleta che non ha mai neanche partecipato a un mondiale? Sicuramente l’idea della medaglia stuzzicava la fantasia del suo staff, ma io sono convinta che questa gara sia arrivata troppo presto per lei. Spero vivamente che non la brucino!
#7 Una finale senza presentazione – Una cosa che mi è proprio mancata in questa gara è stata la presentazione delle finaliste, cosa che è avvenuta per altri sport (quanto erano belle le presentazioni di atletica e scherma?). Quando ho visto entrare Domingos con il cerchio, io e le mie amiche ci siamo guardate: ma come, inizia così? Senza nemmeno una presentazione? Veramente deludente!
#8 La tragedia brasiliana – L’ho lasciata per ultima, ma è la cosa che mi ha letteralmente spezzato il cuore: quello che è successo al Brasile è stato un vero incubo! Un infortunio poco prima di entrare in pedana, senza possibilità di schierare la riserva, visto che alle Olimpiadi (assurdamente) non è prevista. La ginnasta coraggiosa che entra comunque in pedana sorridente, perché su quella pedana olimpica vuole salirci ancora, anche senza eseguire le difficoltà. E poi, il pianto liberatorio a fine gara: il dolore, fisico ma anche psicologico. Il Brasile, quest’anno, era pronto a sognare in grande. Non potersela giocare per un infortunio dell’ultimo istante, è veramente il peggior incubo di ogni sportivo. Spero che questa magnifica squadra non demorda, che arrivi fino al 2028 e che al prossimo anno risplenda ai mondiali di casa!
I momenti top
#1 La medaglia di Darja – Se tanti hanno sbagliato, c’è qualcuno che in finale è riuscita a dare proprio il massimo. Varfolomeev ha avuto una tenuta di gara impeccabile, con esercizi cuciti sulla musica, lanci precisi al millimetro e una testa pazzesca. L’immagine di Darja emozionata sul podio, mentre si rigira tra le mani la medaglia appena conquistata come un bambino col suo nuovo gioco, mi ha sciolto il cuore!
#2 La Cina dei record – Tra le squadre, la Cina porta in pedana una ginnastica che mixa sapientemente lo stile classico cinese a collaborazioni molto proficue (quest’anno ha mixato meno sapientemente la musica dei cerchi, ma tant’è). Grazie a una finale senza errori, la compagine cinese si porta a casa il titolo olimpico e un record assoluto: è la prima squadra non europea a vincere l’oro!
#3 Il lieto fine della storia – Con il programma olimpico di quest’anno, Kaleyn ha voluto raccontare la sua “storia”: non poteva sperare in un finale migliore! Dopo un triennio difficile, segnato da un mondiale mancato e un quasi ritiro, sabato in pedana abbiamo visto una Boryana convintissima di potercela fare. Le sue lacrime di gioia e la commozione sul podio sono state uno dei momenti più belli di questa gara!
#4 Le clavette di Raffaeli – Alla fine, sono proprio le clavette che hanno “salvato” Sofia: l’attrezzo che spesso l’ha tradita nei momenti importanti, l’unico con il quale non ha (ancora) vinto l’oro mondiale. Dopo il grave errore alla palla, Sofia ha tirato fuori gli artigli e ha dimostrato che lei, la medaglia, la voleva proprio. E poco importa se da perfezionista quale è a fine gara non era contenta: Sofia, ce l’hai fatta! Sei medaglia olimpica!
#5 Guarda che Milena – Eh sì, Baldassarri si merita un capitolo a parte; perché io sono una sua fan dal lontano 2016, quando mi aveva conquistata con la palla su Guarda che luna, e a Parigi ancora una volta mi ha fatta commuovere. E che ve lo dico a fare di tutto quello che ha passato questa ginnasta negli anni, di quante volte ha dovuto riconfermarsi e sudarsi il suo posto… Ma lei non si è fermata davanti a niente, è andata avanti con la sua resilienza formidable, e ci ha regalato un altro risultato storico – unica italiana di sempre in due finali olimpiche.
#6 La musicalità di Zilu Wang – Che splendore di ginnasta è Zilu Wang? Un programma fantastico – cerchio e clavette in particolare – in cui quello che mi colpisce di più è la naturalissima musicalità, che le permette di sottolineare ogni minima variazione musicale. Il cambio di ritmo nelle clavette è un qualcosa che mi colpisce direttamente al cuore! Insomma, Zilu è un talento raro, che spero rimanga ancora a lungo sulle nostre pedane.
#7 Questione di stile – Una cosa che ho apprezzato molto di queste finali è stata la varietà di stili: dal rock di Kolosov, che ha disputato una gara straordinaria (le sue lacrime sono comprensibili, ma Rita, è già un risultato storico!), all’eleganza di Vedeneeva, solida e soddisfatta; dalle frizzantissime clavette di Atamanov, all’intensa palla di Domingos; dal tradizionale esercizio misto della Cina al moderno dell’Ucraina. Insomma, una gara per tutti i gusti!
#8 Ritmica senza frontiere ed età – Nella finale individuale si sono sfidate ginnaste provenienti da 3 continenti – Europa, Asia e America – un evento storico in uno sport tradizionalmente eurocentrico (e lo stesso sarebbe potuto accadere tra le squadre, se il Brasile non fosse stato escluso per un infortunio). Inoltre, tra le finaliste c’erano sia giovani neo senior come Onofriichuk, Shyrykina e Mamedova, sia veterane come Vedeneeva e Maurelli. Insomma, segnali positivi per il nostro amato sport, sia a livello geografico che generazionale!
Gli effetti Wow
Infine, qualche effetto wow e frivolezza! Sui body, devo dire che mi aspettavo più novità; Varfolomeev, ad esempio, ha gareggiato con costumi già usati, incluso uno dell’anno scorso per il cerchio. La Francia invece non si è risparmiata, sfoggiando quattro body nuovi per la squadra! Tra le novità, ho adorato i due body del Brasile, quelli di Onofriichuk per le clavette e mi è piaciuto molto anche il body della squadra australiana con i pianeti sulla schiena.
Un altro effetto wow è stato scoprire che Sofi Tukker, il duo musicale autore della canzone utilizzata da Varfolomeev alle clavette, ha visto la gara in tv ed ha invitato Darja a un concerto!
Infine, un “gossip” che mi è impossibile ignorare: la viralità di Claudia Mancinelli, allenatrice di Sofia e Milena, ormai diventata un caso mediatico mondiale! Preferirei che si parlasse di ritmica in altri termini (non me ne voglia Claudia), ma se questo serve ad aumentare la popolarità del nostro sport, ben venga 😅 .
Mi piace chiudere con il cuore in mano: la gara di Parigi è stata un’altra esperienza indimenticabile vissuta dal vivo insieme al mio fantastico gruppo di amiche, che condividono con me questa grande passione.
Sono profondamente grata per tutto questo: per le persone che ho accanto, per questa passione che riempie la mia vita, e per la possibilità di condividerla anche qui, con voi lettori, che rendete questo blog un pezzo importante del mio mondo.
Non sto piangendo… mi è solo entrata un’Olimpiade negli occhi! 🥹
Qualcuno ha la possibilità di condividere l’intervista a Mancinelli sul Corriere e a Raffaeli su La Stampa? Non ho l’abbonamento e non riesco a leggere.
Grazie
Io purtroppo no; qui ce ne sono alcune di Sofia, non so se c’è anche quella che cerchi
https://www.instagram.com/p/C-kjrCzob-p/?img_index=1
E te ne allego una a Mancinelli
Grazie a Dio Sofia nelle sue risposte ai giornalisti si dimostra sempre di una maturità fuori dal comune, mettendo a tacere quei tifosi interessati unicamente al gossip e alla diffamazione ora di una, ora di un’altra allenatrice, totalmente incuranti della sensibilità delle persone coinvolte (in primis le ginnaste), delle loro decisioni e della loro scelta di non fare pubblicità. Di qui le inutili dispute di raffinati psicologi – Freud levati, proprio – che sulla base di semplici affermazioni rintracciano evidenti segnali di ingratitudine. Fortuna che queste sono solo ‘scemenze’ (cit. Sofia) e che la ginnastica ritmica è molto di più. Certi commenti letti negli ultimi giorni fanno accapponare la pelle e spero che questo uragano di sciocchezze esaurisca la sua spirale distruttiva al più presto. Non posso che concordare con @Mirjam, su tutto, davvero. Meriti 20 minuti di applausi, chapeau, non avrei saputo toccare la questione meglio di te (né fare un resoconto più accurato su individualiste e squadre).
Riprovo dopo qualche giorno a mettere per iscritto i miei pensieri. Ringrazio anticipatamente KSVespeRG e Theleanansidhe che hanno già espresso in maniera vivace ed efficace gran parte dei miei pensieri: se qualcosa mancherà dal mio commento, potrete probabilmente ritrovarlo dai loro.
Che Olimpiadi, cari compagni di viaggio. Una sofferenza dall’inizio alla fine, nei modi che ci si aspettava ma anche in molti inaspettati, con colpi di scena dal primo all’ultimo giorno.
Partiamo dai cuori spezzati: Nikolova, Ikromova, la Spagna intera.
Stiliana era, per me, oro o argento quasi assicurati, soprattutto da quando, negli ultimi mesi, aveva dimostrato di saper finalmente reggere la tensione delle gare importanti. Invece le iniziali sbavature, perfettamente recuperabili, l’hanno mandata così tanto in confusione da perdere il controllo della gara e finire, addirittura, fuori dalla finale. Qualcosa che penso mai si sarebbe potuto prevedere. Mi ha fatto piacere vederla fare il tifo per Boryana e salutare le compagne-avversarie in finale, nonostante sicuramente sia stato molto doloroso per lei. Confido che la vedremo ancora più carica nel prossimo quadriennio!
Anche Takhmina era, in tutte le mie previsioni, tra le certezze della finale; invece già a metà gara era praticamente fuori dai giochi e ancora non riesco bene a capire cosa sia successo. Sicuramente un finale deludente dopo due anni in grandissima crescita. Anche a lei auguro grandissimi successi per il prossimo ciclo!
Che dire della Spagna: sicuramente non sono mai state le ginnaste più stabili, eppure nell’ultimo anno sembravano davvero aver trovato la quadra per delle Esecuzioni quanto meno pulite. Invece, a Parigi sono tornate un po’ come a inizio triennio: se sbagliano, lo fanno in grande. Nonostante sia una delle mie ginnaste preferite, ammetto che non avevo molte speranze di finale per Berezina, il cui programma, a mio parere, era molto più competitivo lo scorso anno. Non mi aspettavo sicuramente di trovarla davanti a Bautista, che invece quest’anno era veramente in forma strepitosa. Peggio ancora la squadra: per quanto il loro programma non mi entusiasmasse (ma nessuna delle squadre, in realtà) vedere una delle favorite al podio rimanere fuori da una finale sì combattuta, ma assolutamente alla portata, è stato quasi inconcepibile. Diverse riserve spagnole, sia della squadra che delle individualiste, si sono già ritirate prima dei Giochi: chissà qual è il piano per il prossimo ciclo.
Un ulteriore “peccato” va anche a Pigniczki: nei tre anni tra Tokyo e Parigi ha fatto un lavoro impressionante ed è stata a un passo dalla finale. Peccato, appunto, per le clavette con cui ha litigato tutto l’anno: neanche tornare all’esercizio dello scorso anno (forse troppo tardi? Chissà) è servito. Rimane sicuramente un ottimo risultato, chissà se cercherà un’altra occasione per centrare la finale olimpica!
Un discorso a parte per il Brasile, fermato non dagli errori ma da uno sfortunatissimo infortunio. Ho apprezzato moltissimo la loro volontà di portare a termine entrambi gli esercizi, ma senza far rischiare ulteriori danni alla ginnasta infortunata.
Ci tengo a fare una riflessione: è vero che le regole del CIO sulle riserve sono molto stringenti, l’abbiamo visto anche in casa nostra (Sinner che poteva essere sostituito solo da un tennista già nel team, il duo del sincro che deve rinunciare a gareggiare per la febbre alta di Cerruti). Tuttavia, se fossimo stati a un Mondiale, ho dei dubbi che sarebbe stato diverso. Abbiamo visto nel 2021 la Bulgaria ritirarsi per l’infortunio di una ginnasta e poi nel 2022 non poter inserire un’altra individualista nonostante Kaleyn fosse finita in ospedale la sera prima della gara. I limiti al cambio delle ginnaste ci sono in tutti gli eventi: siamo sicuri che nelle altre competizioni una squadra avrebbe potuto cambiare formazione tra un esercizio e l’altro, anche avendo la sesta ginnasta a disposizione?
Se qualcuno avesse informazioni a riguardo, sarei curiosa di saperlo!
[Continua…]
Per quanto riguarda il podio delle squadre, non c’è molto da dire, secondo me: la Cina ha vinto perché è stata l’unica big a non commettere errori, Israele ha capitalizzato sulle D astronomiche che ha portato in pedana negli ultimi 2 anni, l’Italia è stata tradita dai cerchi e s’è ripresa, sorprendentemente, con il misto. La Bulgaria ha rispecchiato il triennio complicato che ha avuto ed è arrivata ai piedi del podio. Peccato veramente per l’Ucraina, che per più di un attimo ha avuto una medaglia a portata e ha purtroppo ceduto alla tensione.
Nel complesso, sicuramente non una “bella gara”, nel senso che è stata decisa dagli errori, ma sorprendente fino all’ultimo.
Passando alle individualiste, che dire?
Varfolomeev inarrivabile, come già a Valencia ha dimostrato una superiorità nettissima (nelle mie previsioni, se Darja faceva bene l’unica a poterla superare sarebbe stata Stiliana, ma sappiamo com’è andata). Precisa, pulita, concentratissima, veramente impeccabile. Mi ha fatto piacere vederla emozionata e felice a fine gara, sono sicura che abbia sentito non poca pressione. Per il suo prossimo quadriennio mi auguro di vederla variare e osare un po’ di più, magari provando stili diversi.
La medaglia che credo abbia dato più soddisfazione all’intero mondo della ritmica, però, è l’argento di Kaleyn. Con Stiliana fuori dalla finale, temevo crollasse sotto le pressioni per una medaglia che erano ricadute tutte su di lei. Invece, anche lei è rimasta concentrata dall’inizio alla fine e ha fatto, mi permetto di dirlo, davvero la gara della vita, come mai l’avevamo vista fare. Una medaglia che arriva dopo anni di occasioni sfumate e che, finalmente, Boryana può godersi a pieno. Sicuramente i suoi sono stati i festeggiamenti più entusiasti e contagiosi nella loro gioia: non so se abbia davvero già deciso di ritirirarsi o se c’è la possibilità che continui, in ogni caso le auguro di godersi questa felicità fino in fondo!
Salto Sofia (ci torneremo) per omaggiare un’altra ginnasta che ha fatto davvero la gara della vita: Kolosov. Un triennio sempre all’ombra di Varfolomeev, l’anno scorso tutti erano praticamente certi che sarebbe stata sostituita da Simakova, invece non solo ha battuto nettamente la concorrenza interna, ma ha portato a casa un risultato storico, coronamento di una stagione in grande crescita. Le sue lacrime di sfogo alla fine della gara sono comprensibili, forse dettate più dalla tensione che dalla delusione (anche lei non aveva seguito i punteggi della gara, forse non si era resa conto di quanto grande fosse il distacco dal podio), ma penso che a freddo potrà veramente godersi questo risultato.
Altro, personalissimo, omaggio a Domingos: mi dispiace molto che la finale non sia andata come avrebbe potuto, ma che risultato averla centrata! Anche su di lei c’erano molto dubbi a favore di Alexandre, ma è evidente che la sua preparazione è stata eccezionale, perché in questi ultimi mesi ha fatto un crescendo sorprendente. Nonostante l’infortunio che l’ha tenuta ferma per molti mesi, in questi anni ha raccolto un enorme numero di record per il Brasile, che sta diventando rapidamente una delle mie scuole preferite. Con i mondiali in casa il prossimo anno, sono proprio curiosa di vedere cosa riusciranno a fare!
Infine, arriviamo a Sofia e Milena.
Parto col dire che l’aver portato una sola allenatrice per due individualiste sia stata una vergogna. Avevo cominciato a temerlo già a Milano, dove era presente soltanto Mancinelli, ma è stato follia farlo anche alle Olimpiadi. Non importa se le ginnaste vengono dalla stessa società, tutte meritano di avere una loro allenatrice alle gare più importanti, non certo qualcuno che non le ha mai accompagnate in gara!
Non so se la decisione sia stata della società Fabriano per questioni di immagine (mi pare di capire dai social che stiano ancora cambiando staff), se Mancinelli abbia peccato di superbia, se la Federazione voleva risparmiare o se davvero nessuno credeva che potessimo avere due ginnaste in finale. Poco importa, il risultato è gravissimo lo stesso. Mi auguro davvero che non capiti mai più, ma neanche a un Mondiale o a un Europeo, perché è un sovraccarico immotivato per le allenatrici e un torto enorme alle ginnaste, non importa quanto esperte.
E poi sì, non ho potuto fare a meno di pensare al commento profetico letto proprio qui sul blog, che ancor prima delle Olimpiadi parlava di come qualcuno avrebbe provato a prendersi i meriti dei risultati di Milena. Detto, fatto.
Messa da parte questa prima polemica, assoluti complimenti e congratulazioni a Sofia per uno splendido bronzo!
Sinceramente, non le avrei mai augurato di finire prima nelle qualifiche, tanto più con una gara perfetta: un po’ per scaramanzia, un po’ per la pressione che avrebbe comportato, ma si sentiva nell’aria che sarebbe stato difficile ripetersi in finale.
Come avete già detto, il punteggio di qualifica non sarebbe comunque bastato per migliorare la classifica; forse, con un’ottima, ottima gara si poteva arrivare all’argento, ma l’oro, con quella gara di Varfolomeev, era oggettivamente inarrivabile.
Riconosco però che arrivare al bronzo con un’ottima gara avrebbe avuto un sapore diverso, e avrebbe lasciato Sofia più soddisfatta: ha detto lei stessa che avrebbe voluto fare almeno il nastro bene, visto che negli ultimi mesi era diventato un attrezzo di punta, e sicuramente anche le sue lacrime sono state più di frustrazione e di calo di adrenalina che altro. Anche nelle interviste di questi giorni, tornata in Italia, l’ho vista veramente stanca: spero che ora si prenda del meritato riposo, perché il risultato è comunque eccellente e dimostra tutta la sua bravura nel non perdere la concentrazione in una gara durissima!
E Milena, ah, Milena. Lo diciamo ogni volta, ma davvero non smette di stupire e contraddire ogni pronostico che la da per finita.
Ma ve lo ricordate che l’anno scorso, dopo la stagione strabiliante del 2022, ha avuto forse la stagione peggiore della sua carriera? Costantemente fuori dalla top 20, un solo attrezzo agli Europei, forse sarebbe stata anche esclusa dai Mondiali (magari anche a ragione) se le cose fossero andate diversamente. A Valencia quel pass l’ha strappato veramente per un soffio, e quest’anno è dovuta ripartire da zero per guadagnarsi questa Olimpiade.
L’ha fatto, ha scritto una nuova pagina di storia della ritmica italiana, e con nonchalance ha portato a casa 8 esercizi senza perdite in una gara costellata da disastri.
Rimane forse un soffio di rammarico perché con un po’ di pulizia si poteva risalire ancora qualche posizione (anche lei si è detta non soddisfatta a pieno della sua gara), ma il recupero che ha fatto in questi 12 mesi è stato incredibile.
Immagino che la vedremo a settembre alla Aeon Cup con Fabriano e poi chissà. Qualunque strada decida di prendere, ringrazio Milena dal profondo del cuore perché ha dimostrato, ancora una volta, che non è finita finché non è finita. Grazie, davvero.
E Milena, non mi nascondo, è il motivo principale per cui ritengo completamente infondate le critiche a Mancinelli. L’impegno che si è presa, anzi, che le è stato lasciato, era ENORME e, per certi versi, impossibile. I confronti erano inevitabili, la mancanza di fiducia anche, alla prima gara dell’anno in cui Sofia è arrivata 8^ per tutti era la disgrazia più grande capitata in questo sport.
E invece. Invece Sofia è riuscita a tornare ai livelli di Valencia (o ci siamo già dimenticati che l’anno scorso, con Cantaluppi, Varfolomeev è stata comunque imbattibile?) e Milena è addirittura migliorata, dopo un anno completamente da dimenticare.
Ora, che doveva essere il momento della gioia, viene comunque criticata per qualsiasi motivo. Colpa di Mancinelli se Sofia non ha ringraziato Cantaluppi (che poi l’ha fatto, nelle interviste di questi giorni e nel suo post) di cui “si prende i meriti” (anche se nelle interviste non ha mai nascosto di essere arrivata in corsa con ginnaste già affermate). Colpa sua se è diventata virale, un evento completamente fuori dal suo controllo scatenato dall’aver soltanto fatto ricorso (anche qui, cosa che lei ha spiegato in tutte le interviste, e che tra l’altro le sta portando commenti veramente volgari). Colpa sua l’aver osato fare altro nella vita e quindi essere, a quanto pare, una persona falsa in quanto attrice (un ragionamento così retrogrado e insensato che penso pure in piena era vittoriana sarebbe stato deriso).
A me sembra che ci sia un non tanto nascosto problema di misoginia, in tutta questa situazione, nei confronti di una donna le cui uniche colpe, alla fine, sono quelle di essere bella e aver fatto bene in una situazione in cui le possibilità che tutto andasse completamente a monte erano altissime.
Poi, non la conosco. Magari è una persona antipatica, magari l’anno prossimo andrà davvero tutto in rovina, magari è stato un colpo di fortuna. Ma forse sarebbe il caso di guardarsi allo specchio e, per una volta, riconoscere i meriti altrui.
Tanti applausi per te @Miryam soprattutto per il tuo ultimo messaggio che non potevi scriverlo meglio, grazie! Completamente d’accordo con te ❤️
Mirjam riporto qui uno spezzone di un post scritto mi pare da Morisin sulla pagina di Fabriano
qualche giorno prima della partenza di Sofia e Milena alle olimpiadi
“Ci tengo in particolare a ringraziare per il duro e serio lavoro svolto la coreografa Bilyana Dyakova, le tecniche Daria Kozenko, Karina Smeleva, Talisa Torretti ed Elisabetta Boni che hanno saputo supportarci nell’ultimo periodo di questa straordinaria e meravigliosa preparazione olimpica.”
Aggiungiamo Mancinelli pure, sei tecniche per una preparazione quando Raffaelli vinceva oro e argento con una sola Cantaluppi.
Cara Greta, scelgo di interpretare questa tua risposta come un eccesso di ingenuità e di ignoranza (nel senso letterale del termine, del non conoscere) e non come una provocazione.
Tutte le grandi società (di serie A ma non solo, di ritmica ma non solo), TUTTE, dalla prima all’ultima, hanno uno staff tecnico composto da più allenatrici. ASU non è solo Spela, Desio non è solo Aliprandi, Forza e Coraggio non è solo Vergani e Fabriano non è mai stata solo Cantaluppi e ora non è solo Mancinelli. Questo non lo dico in senso dispregiativo, è una semplice questione pratica: quando hai più di 20 ginnaste da seguire, come pensi che possa fare tutto una singola allenatrice? Lo scorso anno Fabriano aveva Baldassarri e Raffaeli in giro per il mondo per World Cup, Europei e Mondiali e Mancini e Manfredi che si giocavano i mondiali Junior: per quanto talentuosa, la povera Julieta non credo abbia ancora il potere dell’obiquità. Se lei accompagnava le ginnaste in gara, pensi forse che le ginnaste in palestra si allenassero da sole?
Certo che c’è un’allenatrice a capo, che mette il nome, la faccia, si prende i meriti e anche i demeriti; solitamente è anche l’allenatrice che compone gli esercizi, che fa la programmazione, che sceglie le strategie e le ginnaste da portare nelle diverse gare: che, in breve, guida la società. Il loro ruolo è importantissimo e sicuramente sono loro l’immagine della società, con tutte le responsabilità, gli onori e gli oneri che questo comporta, ma non sono mai da sole.
Se, anziché fermarti a quest’ultimo post, scorrerai indietro a quelli dell’anno scorso e poi a quelli ancora più vecchi, o darai uno sguardo ai social delle altre società, scoprirai che c’è sempre stato uno staff composto da più persone, com’è normale, anzi normalissimo che sia.
Prima di esprimere sentenze anche piuttosto crudeli, sarebbe sempre meglio informarsi.
Ormai Julieta non c’è più, è andata ad allenare in un altro paese e mi dispiace tantissimo, le auguro tanta fortuna e tanta gioia ma andiamo avanti e diamo fiducia a chi c’è oggi affinché riesca a fare un buon lavoro. Sono già stati raggiunti risultati importanti in poco tempo… proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto 😊
La tua ultima frase, Mirjam, riassume tutto. Ha solo un difetto: riconoscendo i meriti degli altri “per una volta” non si riconosce a) la necessità di sopportare permanentemente le proprie debolezze (che quasi tutti chiudono gli occhi per pura gratitudine e adorazione – e guai a chi osa farlo comunque!) e b) il fatto che il mondo della ginnastica ha a che fare con un genio fisico e mentale che non solo conosce le tradizioni russe, ma possiede anche una creatività combattiva, individuale, fresca, contemporanea e sicura di sé. In coppia con un allenatore e alleato estremamente determinato, ma altrettanto attento, affettuoso ed esperto, i cui concetti alla fine portano al successo desiderato.
Senza entrare nel merito del paragone con altre ginnaste e altre realtà (che nessuno ha fatto, anche perché non è questo il punto), si parla di riconoscere a Claudia Mancinelli il merito di essere subentrata a quella che è stata la più forte allenatrice delle individualiste italiane (Julieta Cantaluppi) e di aver fatto, in un anno che poteva essere disastroso date le premesse, un ottimo lavoro. Non era per nulla scontato! In molti casi un cambiamento così drastico non ha giovato (mi viene in mente primo tra tutti il caso Agiurgiuculese- Aliprandi, che insomma non è proprio la prima che passa). E mica perché screditare o per demerito (non me ne voglia nessuno, ho moltissima stima per la professionalità e il talento di Elena), ma perché un rapporto così stretto e sinergico non è facile da ricostruire, magari in un momento in cui una ginnasta è particolarmente fragile per mille ragioni che possiamo conoscere, come no, magari perché un’allenatrice la deve conoscere, questa ginnasta, e capirla e inserirla nel suo modo di lavorare. Può esserci feeling e rispetto reciproco ma si può poi incappare in mille altre insidie (calo dell’entusiasmo e della motivazione, fastidi fisici, cambio del contesto, nuovi rapporti umani da gestire, cambio dei metodi, e chi più ne ha più ne metta). Mica facile!
Di base tendiamo a ragionare in modo binario per economia di pensiero (falsa vs autentica, cattiva vs buona, qui c’è Sofia ma là c’è Daria), ma forse dovremmo considerare molte più variabili ed essere felici del fatto che sembra sia stato fatto un ottimo lavoro, non solo per i risultati ottenuti ma per come le ginnaste sembrano stare. (Questa è una mia riflessione per non sapere né leggere nè scrivere)
Mi sento di aggiungere: il passaggio di consegna Cantaluppi-Mancinelli è forse stato precipitoso nei tempi, ma se non ricordo male entrambe erano insieme a Valencia, e, sempre se non ricordo male, mi pare ci fosse stata una chiara affermazione da parte della prima di aver affidato il lavoro alla seconda in quanto “talentuosa e già familiare nell’ambiente fabrianese” (quindi non mi pare che la “sostituzione” sia avvenuta grazie alle magiche intuizioni della federazione, come si lasciava intendere in un articolo di recente pubblicazione).
È anche vero che nel mentre molte cose sono successe, molte allenatrici sono andate altrove così come molte ginnaste, per ragioni che a noi non è (giustamente) dato sapere.
Insomma, per dovere di cronaca mi pare opportuno ricordare che deve essere stato un anno abbastanza complesso per molte ragioni e per molte persone, e che uscirne vincenti deve essere stato tosto
Non ricordi male, Julieta era stata molto esplicita su Claudia https://www.gazzetta.it/Sport-Vari/08-09-2023/ritmica-cantaluppi-sceglie-israele-se-ne-va-allenatrice-raffaeli-baldassarri-470850055851_amp.shtml
In questi giorni stavo guardando un’intervista con Kristina Ghiurova, la mamma di Julieta, e che ha nei fatti cresciuto con Juli a Fabriano Milena e Sofia. Dal minuto 27:00 più o meno, Kristina racconta di Fabriano e del fatto che l’anno scorso è stata nei fatti cacciata. Afferma che dal club non le sono mai stati pagati i contributi per la pensione dopo 23 anni di lavoro, e che alla sua domanda di chiarimenti le è stato risposto che dal club non le dovevano nulla e che non era nessuno. Dice poi che si sono “avventati a fare pressioni” su Julieta e che lei a quel punto non c’era più a difenderla. Ed è anche per questo che Julieta ha deciso di andarsene.
Poi alla domanda della conduttrice su Nina Corradini e sullo scandalo sulla Maccarani, afferma che Nina era stata sua allieva e aveva ragione. Che una ginnasta senza l’allenatore non può andare avanti, che la si può sgridare a volte, ma che se manca l’amore e la fiducia l’atleta lo sente subito, figuriamoci se si sente odiato e maltrattato.
L’intervista è davvero interessante, ovviamente è in bulgaro, ma con i sottotitoli per la traduzione si può guardare. Sicuramente Kristina non ha un carattere semplice, ma è solitamente molto sincera e diretta e si vede che ha amato molto il suo lavoro.
Io non me la sono mai sentita do giudicare Julieta, e sono sicura che davvero, come lei stessa ha affermato, con Sofia e Milena si sono dette tutto quello che era necessario. Non sarà stato semplice per nessuna di loro quattro.
Allego qui sotto l’intervista.
https://www.youtube.com/watch?v=nEMrapks4Bk&t=20s
Grazie per il link, un’intervista davvero illuminante con la leggenda del coaching.
La Guiourova conferma nei dettagli quanto ho scritto sopra, che alla fine formula come segue: “Credono che avranno successo [con Sofia].
No, falliranno”.
Inoltre, è l’unica che si permette di pronunciare parole chiarificatrici sulla federazione e sulla questione Cantaluppi, ora che non ha più nulla da perdere.
Secondo me Sofia ce la farà, ma proprio perché è Sofia. Però nell’intervista, ad un certo punto Kristina afferma che la federazione e nello specifico Maccarani hanno avuto molta remora nel dare spazio alle individualiste, ossia Milena e Sofia, perché ritenevano che ciò potesse nuocere alla squadra, e che Julieta e Kristina hanno dovuto lottare molto. Buffo eh…
Beh era abbastanza percepibile come lo era altrettanto il fatto che Sofia e Milena non sarebbero state la prima scelta per i piani alti ma si sono arresi alla bravura e tenacia di entrambe. Non potevano fare altrimenti. Almeno questo traspariva. Ricordo anche che dopo la partenza di Julieta, si vociferava che si volesse Sofia e Milena verso Desio. Magari erano voci, ma meno male che non sia stato così e che davvero Julieta abbia caldamente raccomandato Mancinelli. Altrimenti non so cosa sarebbe accaduto!
Per questo credo che l’impresa di Sofia è Milena valga molto di più!
Non mi stupirei che quelle voci riguardo ad un possibile trasferimento di Mile e Sofia a desio nel 2023 fossero più che solo voci
O almeno era una cosa sperata da più persone, fosse solo perché fossero State sotto l’aliprandi “qualcuno ” avrebbe potuto pretendere di prendere tutti i meriti in caso di medaglia 💀
Felicemente la cosa non è successa,e come ultimo regalo Cantaluppi ha fatto in modo che rimanessero almeno a Fabriano
Cito da un articolo di Fanpage (disponibile qui: https://www.fanpage.it/sport/altri-sport/sofia-raffaeli-bello-che-i-social-parlino-della-ritmica-certe-scemenze-mi-fanno-meno-piacere/):
“Non è stato facile cambiare, con Julieta (Cantaluppi, la sua storica allenatrice che l’anno scorso ha deciso di andare a lavorare all’estero, ndr) ho lavorato 12 anni. Senza, mi sentivo persa. E piangevo spesso. Claudia è stata brava a rispettare i miei tempi, piano piano si è creato un rapporto incredibile. Ora è come se ci conoscessimo da una vita”
La strada per le Olimpiadi o in particolare per la medaglia di Sofia è stata, come immaginato, davvero impegnativa per tutti loro, ma sono molto felice che ce l’abbiano fatta e spero che tutti possano accettare i risultati meravigliosi e anche la realtà. Ora che Julieta non c’è più e abbiamo Claudia, non credo che dovremmo guardarci indietro o confrontarle, sono uniche a modo loro. Vedo molti dire cosa sarebbe successo se Julieta avesse ancora allenato Sofia, avrebbe vinto l’oro? Non dovrebbero esserci se o ma e la risposta a questa domanda non si saprà mai. Dobbiamo accettare il fatto che ora non abbiamo Julieta e abbiamo Claudia che sembra lavorare molto bene con le ragazze. Non mi preoccuperei troppo per loro, spero che si stiano tutte godendo la loro meritata pausa!
Concordo. Qui una bella intervista a Mancinelli, che spiega come più che l’attrice abbia fatto la danzatrice, lavorando anche nel cinema, e, soprattutto, l’equilibrio raggiunto con Sofia. Come già scritto in una chat, mi dispiace molto che tutte questi articoli e interviste (che per lo più sono scritti da persone poco esperte di ritmica, e va bene, però informarsi non costa nulla) tralascino completamente Baldassarri, come se non le avesse allenate entrambe.
https://www.corriere.it/sport/24_agosto_18/claudia-mancinelli-intervista-4991dca7-bed5-4784-9852-97424e563xlk.shtml?fbclid=PAZXh0bgNhZW0CMTEAAaZ8EHenfCzkS0EfASq2mUYP2_dtba9lXYF552vbgNzJ1hAmUtZgQCrmgK4_aem_K3x_YG-_qpek7RCnPzdqGg
Non me ne vogliate, ma io proprio queste olimpiadi ho fatto fatica ad apprezzarle. Forse tra tutte ho tifato Milena e Boryana. Sono stata malissimo in primis per Stiliana e in seguito per il Brasile. Regola assurda quella delle riserve ma è stata la fortuna della squadra italiana perché il dubbio che potessimo tornare a casa con una medaglia di legno c’era tutto. Non me ne vogliate ma qualsiasi cosa sia accaduto con julieta , anche le peggiori cose, non concepisco che non sia stata minimamente ringraziata. Oggi forse un pochino velatamente su instagram da Sofia, ma diciamo la verità, Sofia è arrivata ad essere così com’è grazie al lavoro di Julieta. Non facile prenderne l’eredità ma si tratta sempre di allenare un diamante, non era certo allo stato grezzo. Tanto rispetto anche per Milena , caparbia e forte, ha dimostrato tanto ma anche lei è figlia del lavoro di Fabriano e l’adoro. La squadra invece, non me ne vogliate, ma proprio non riesco ad amarla. Senza il Brasile, ha strappato un terzo posto ma se fosse stato un quarto avremmo già pronto l’articolo su chi dare la colpa: “gli avvenimenti hanno condizionato ..bla bla bla”. Direi che come squadra esperta, alcune già rodate alle olimpiadi, forse ci aspettava di più senza trovare scuse di ogni sorta e soprattutto accompagnate dalla “migliore allenatrice al mondo” Chiudo senza alimentare polemica ma le dichiarazioni post gara sono state incommentabili per non dire fuori luogo , soprattutto per le persone intelligenti che sanno leggere le dichiarazioni della Pm in relazione ai fatti che sono stati assolutamente confermati e avvenuti. Tra non aver i mezzi per ottenere una condanna e non aver commesso i fatti c’e tanta differenza. Spero di non aver urtato nessuno ma ho dichiaro senza problemi di aver palesemente tifato Israele.
Concordo sulla squadra, aggiungo anche che con la Spagna di mezzo forse avrebbero strappato un quinto posto. Non sono stato capace di esultare per la squadra in queste olimpiadi, ho perso l’entusiasmo che per fortuna c’è stato per le individualiste. Boryana mi ha emozionato tanto e anche Milena quando ha avuto la conferma di essere passata in finale. Per quanto riguarda Sofia il programma olimpico è stato creato con Claudia Mancinelli e i ringraziamenti per Julieta secondo me non sono dovuti anche perché ha lasciato ( con tutti i suoi motivi del mondo dove non entro in merito) due splendidi diamanti a 10 mesi dalle olimpiadi per cui c’era poco da ringraziare. Poi che ci sia stato tutto un lavoro negli anni precedenti nessuno lo mette in dubbio ma riguardo questo contesto olimpico non ha nessun merito.
Concordo su tutto, ringraziamo anche per l’assenza Russia e Bielorussia, altrimenti sarebbe stato un sesto posto.
D’accordo con te su tutto
Ho il pensiero che tutta questa ” socialità “frenetica ed esagerata per Mancinelli sia studiata a tavolino. Trovo il suo comportamento sempre molto impostato e volutamente teatrale e spesso mi ha dato la sensazione di tenere più alle sorti di se stessa che a quelle della propria ginnasta. Non so ma non mi convince niente di questa nuova coppia ginnica, e trovo anche Sofia molto meno tranquilla e più impostata anche nel parlare ai microfoni, come se ripetesse un discorso precedente accordato…spero di ricredermi in futuro.
La penso esattamente come te.Sembra che a Sofia sia stato “ordinato”di sorridere(cosa che prima non faceva quasi mai). Su Mancinelli qualcosa non mi torna… già dal piccolo video dove parla delle nuove musiche,sembra un’attrice..e Sofia la guarda come per dire:-ma che stai dicendo?!?-.Poi credo che nelle nuove composizioni ci sia altra mano,di cui nessuno parla.Non ricordate circa 8 mesi fa come erano gli esercizi?poi mi sbaglierò,non mi uccidete.. è solo il mio pensiero. Grazie
Non so, non credo a questo complottismo. Una Sofia col temperamento che ha mostrato in questa gara non ha bisogno di “istruzioni” o copioni
Claudia Mancinelli ha fatto l’attrice professionista per diversi anni. Forse per questo il suo comportamento ti pare “teatrale” e “impostato”. Da lì però a darle dell’egoismo più interessata a sé che alle ginnaste, ce ne passa. Non è che solo perché non ci piacciono i modi di una persona, allora è automaticamente disonesta….
Ho semplicemente detto che mi dà questa impressione e che spero di ricredermi…
Ottima cronaca, Beatrice. Mi piange il cuore per la disavventura del Brasile. Perché non facciamo una petizione per cambiare questa assurda regola imposta dal CIO sul divieto di portare una riserva?
Anche far gareggiare le stesse cinque ginnaste sui due attrezzi è innaturale visto che durante il quadriennio non funziona così.
Queste Olimpiadi a me sono piaciute più di quelle di Tokyo proprio perché sono state più ricche di imprevisti (anche se alcuni negativi come la mancata qualifica di Stiliana). Preferisco parlare delle emozioni più belle come la medaglia di Borjana… meritatissima. Non mi è piaciuta la reazione di Sofia che ammetto ha spento il mio entusiasmo che invece era alle stelle per Milena, come mi riesce ad emozionare lei non ci riesce nessun’altra! Tra i gossip, più che della Mancinelli, ricorderei la proposta di matrimonio ad Alessia …altro momento super emozionante. Nel complesso un bello spettacolo e ora aspettiamo Los Angeles 🤩
E quale reazione di Sofia non ti è piaciuta?😅
Oh cielo, invece di aspettare il prossimo delirio (LA) come un tossicodipendente nervoso, penserei piuttosto ai compiti da fare a casa, ad esempio chi potrebbe rafforzare Sofia e il gruppo e chi potrebbe (e dovrebbe) essere costruito in parallelo. Non sarei così sicuro che le attuali migliori ginnaste italiane saranno ancora così in forma tra quattro anni da essere in grado di vincere il vero metallo prezioso invece di due piatti di rame. Gare senza argento e oro = cattivo umore = insicurezza finanziaria, se non sbaglio, nonostante tutta l’adorazione. Questo significa anche onestà nei confronti delle eroine meritevoli il cui tempo è scaduto, che semplicemente non saranno più fisicamente in grado di sopravvivere a una qualificazione. La Leonessa ha già definito come sarà il viaggio (spero che per allora non sfugga di mano in modo così decadente come ai tempi di Roma).
“Tossicodipendente nervoso”?? La tua risposta ti qualifica a sufficienza, non aggiungo altro.
Caspita, Strange Quark, devo essermi persa la tua strabiliante carriera sportiva, considerando come consideri i due “piatti di rame” che la nazionale italiana ha portato a casa in questa olimpiade!!!