Ecco 7 storie di ginnaste il cui sogno olimpico, costruito con anni di sacrifici e dedizione, è svanito in un attimo, in un momento cruciale che ha cambiato per sempre il corso delle loro carriere.

La ritmica non è solo grazia, eleganza e controllo del corpo. È una disciplina estremamente esigente anche in termini di tenuta mentale. Le ginnaste, così tranquille agli occhi dello spettatore, devono dare il meglio di sé in un lasso temporale molto limitato che non perdona errori. Un solo istante, un secondo di disattenzione, ed ecco che tutti gli sforzi vengono irrimediabilmente vanificati.

Nella storia della ritmica sono state molteplici le vittime di questo meccanismo: ginnaste pronte ad affrontare la gara della vita che, pur essendo talentuose e ben preparate, si sono dovute accontentare di una medaglia meno preziosa di quanto sperato o, ancora peggio, non hanno avuto la possibilità di salire sul podio a causa di un singolo e fatale errore.

Sydney 2000: Alina Kabaeva

Tra le interpreti più illustri della storia della ginnastica ritmica, Alina Kabaeva ha indubbiamente contribuito alla diffusione e all’evoluzione di questo sport. Sempre sorridente ed energica, ha fatto del contorsionismo una delle sue “armi di battaglia”. Grazie alle sue straordinarie doti fisiche, infatti, Alina riusciva ad eseguire elementi di grande difficoltà, fino ad allora inediti. Forte dei suoi quattro titoli mondiali e nove europei, Kabaeva era indubbiamente la grande favorita al titolo olimpico.

Una grave e sfortunata perdita al cerchio, causata da un attimo di distrazione su un passaggio di fatto molto facile, compromise però la sua la corsa all’oro, che andò a Yulia Barsukova. Ribaltando i pronostici della vigilia, la connazionale prevalse infatti sulla bielorussa Raskina, medaglia d’argento, mentre Alina ottenne il bronzo in extremis, a soli pochi centesimi di vantaggio sull’ucraina Vitrychenko.

Atene 2004: Irina Tchachina

Quattro anni dopo, ad Atene, mentre Kabaeva si prendeva la rivincita, la sua compagna di squadra Irina Tchachina vide sfumare il sogno di una vita. Clavette e nastro non furono all’altezza delle prime due rotazioni al termine delle quali aveva invece chiuso al comando. Uno sfortunato impiccio durante l’esecuzione di alcune spirali con il nastro la relegò infatti al secondo posto, davanti all’ucraina Bessonova.

Sebbene fosse quasi abituata a sentirsi un’eterna seconda, l’edizione precedente dei Giochi aveva dimostrato che la pedana olimpica è diversa da tutte le altre e che l’agitazione avrebbe potuto influire sulle performance di atlete anche apparentemente imbattibili. Kabaeva questa volta però non fallì. Quella piccola distrazione e, secondo alcuni, anche qualche giudizio fin troppo severo nei suoi confronti, non ribaltò in questo caso i pronostici della vigila.

Pechino 2008: Olga Kapranova

Campionessa del mondo all-around a Baku 2005, Olga Kapranova si impose sin da subito quale punta di diamante della ginnastica ritmica russa individuale nell’era post Kabaeva. Nota per l’ottima flessibilità, ma anche per la fragile tenuta di gara, Olga si presentò a Pechino con serie ambizioni, considerata anche l’assenza della connazionale e rivale Sessina, ferma per infortunio.

Una disastrosa routine alle clavette, contrassegnata da una caduta dalla difficoltà iniziale e dalla perdita di attrezzo su un salto, compromise invece l’andamento della gara. L’oro andò all’allora esordiente Kanaeva, astro nascente della ritmica mondiale, seguita dalla bielorussa Inna Zhukova e dalla campionessa del mondo in carica, Anna Bessonova. L’amara medaglia di legno fu sicuramente un epilogo ingiusto per un’atleta che chiuse la carriera agonistica l’anno successivo con ben 27 medaglie d’oro all’attivo.

Londra 2012: Son Yeon-Jae

Se la sfida per il titolo olimpico era affare certo del duo russo Kanaeva-Dmitrieva, a Londra, fin dalle qualifiche, fu invece avvincente e inaspettata la battaglia per il terzo gradino del podio. A contenderselo, tra le altre, anche la giovane Son Yeon-Jae, nota anche per aver perso una mezzapunta durante la routine alle clavette.

Nonostante un programma preciso e coinvolgente, proprio la mancata ripresa di una clavetta durante un lancio frenò l’aspirazione dell’atleta coreana, che fu costretta ad accontentarsi solo della quinta posizione. Quattro anni dopo, alla sua seconda olimpiade, quella di Rio de Janeiro, perse nuovamente per un soffio la medaglia, concludendo la gara al quarto posto alle spalle di Hanna Rizatdinova. Risultato che resta comunque ad oggi il migliore mai ottenuto in una gara individuale da una ginnasta asiatica ai Giochi Olimpici.

Rio 2016: Yana Kudryavsteva

In Brasile due erano le atlete dall’enorme valore che si presentarono aspirando al massimo risultato: Yana Kudryavtseva e Margarita Mamun. Nonostante un’incerta fase di qualifica, Yana, che alla vigilia era data comunque per favorita, fino a metà della gara conclusiva era saldamente in testa. Sul finale dell’esercizio alle clavette sottovalutò la ripresa dell’ultimo lancio: l’attrezzo cadde rovinosamente rimbalzando sulla pedana, mentre Yana incredula tentava precipitosamente di recuperarlo.

A poco servì la splendida quarta rotazione al nastro, in una gara ormai compromessa da quel grave errore di disattenzione. Kudryavtseva, medaglia d’argento, fece fatica a trattenere le lacrime nascondendosi dietro un timido sorriso sul podio accanto alla sua amica-rivale Margarita, neo campionessa olimpica, consapevole che il suo sogno, ancora vivo negli occhi lucidi, era stato portato via da un attimo fuggente.

Tokyo 2020: Dina e Arina Averina

Il quadriennio maggiormente difficile a livello sportivo, causa annullamento di molti impegni internazionali per pandemia, fu dominato dallo strapotere delle due gemelle russe Dina e Arina Averina. Nessuno avrebbe infatti scommesso sull’esito dei Giochi che videro invece trionfare per la prima volta nella storia un’atleta israeliana: Linoy Ashram. Un epilogo impensabile e nemmeno tollerato dalle stesse ginnaste russe, visibilmente contrariate e in lacrime a fine gara.

La tre volte campionessa del mondo Dina Averina fallì infatti l’impegno più importante della carriera rincorrendo affannosamente l’atleta israeliana, in testa fin dalla prima rotazione. A nulla valse il piccolo errore al nastro della Ashram, che relegò Dina al secondo posto, interrompendo un predominio che durava da 25 anni. Solo quarta addirittura la gemella Arina, alle spalle della bielorussa Harnasko.

Parigi 2024: Stiliana Nikolova

Una delle aspiranti al podio dell’ultima edizione dei giochi, era indubbiamente Stiliyana Nikolova. Complice anche l’assenza di atlete russe, a Parigi diverse erano le ginnaste pronte a sfidarsi per entrare nella storia. Una di queste era proprio la bulgara nata al Cairo, campionessa europea in carica. Troppa tensione e agitazione hanno invece compromesso la sua tenuta di gara, caratterizzata da diverse imprecisioni e gravi errori.

Nonostante una buona prima fase di qualifica che la vedeva provvisoriamente al quinto posto, Nikolova non è riuscita a migliorarsi. La disastrosa routine alle clavette, caratterizzata da due gravi errori, e la successiva routine al nastro con una perdita l’hanno clamorosamente relegata all’undicesimo posto, fuori dalla finale all-around per un soffio. Un eccesso di sicurezza forse o semplicemente una giornata no l’hanno costretta a guardare la finale e la premiazione dagli spalti. 


La ritmica è uno sport tanto unico e affascinante nella sua plastica bellezza quanto crudele e intransigente. Una performance da un minuto e mezzo deve essere pressoché perfetta, dall’inizio alla fine. Forse a volte ci dimentichiamo che, anche nella loro eccezionalità, le ginnaste sono pur sempre giovani donne con un’enorme responsabilità sulle spalle, e che molteplici sono i fattori che possono indurre all’errore.  

In uno sport dove non sono i tempi a dettare la classifica, l’unico modo per ottenere un risultato di livello è continuare a ripetere innumerevoli volte lo stesso esercizio, riprovare lo stesso passaggio all’infinito, per ore e ore al giorno. Nonostante questo, una disattenzione, una piccola e umana perdita di concentrazione, un infortunio, ma anche un fattore esterno come l’aria condizionata o l’eccessivo tasso di umidità, possono davvero influire sull’esecuzione di un lancio o di una difficoltà e quindi sull’esito della gara stessa. 

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Ex-ginnasta e allenatrice, dal 2009 lavora nel settore sportivo e scrive per alcune testate web.

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Tratta tutti con rispetto e cortesia! Questo blog è soggetto a moderazione postuma dei commenti, pertanto ogni utente si assume la responsabilità di quanto scrive. Netiquette

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MysticJC
1 mese fa

Visto che parliamo di Stiliana mi sento di ricordare lo stesso “dramma” successo a Londra 2012, con Melitina Staniouta che nonostante avesse potenzialità da medaglia non riuscí a superare le qualifiche. E purtroppo le Olimpiadi successive non furono tanto più generose, dove gli errori alle clavette la tagliarono fuori definitivamente dalla corsa per il podio (che comunque era già ipotecato dalla Rizatdinova, che durante la stagione le era sempre davanti…).

Beatricebee
1 mese fa

Bellissima intervista di Chechi/Baldassarri a Raffaeli al Festival dello sport della Gazzetta, lo metto qui perché Sofia parla anche del suo errore di Parigi 🙂 https://video.gazzetta.it/sofia-raffaeli-il-ritmo-di-una-stella-rivivi-l-evento-completo/0b821e10-1ff2-464d-912d-a287291b9xlk

Beatrice Vivaldi
1 mese fa

Riguardo l’errore di Stiliana Nikolova: possibile che sia andata in confusione a causa di una “direzione errata”? Sembra strano che una ginnasta di quel calibro possa fare un errore che di solito fanno le bambine alle prime armi ma, si sa, la tensione gioca brutti scherzi!

Confrontando lo stesso esercizio a Cluj Napoca (da 0:50)
https://www.youtube.com/watch?v=Ueu0atPwPa0&ab_channel=CHARMINGRGTV2

E a Parigi (lo trovate in questa chat cercando “Nikolova clubs Paris) https://web.telegram.org/k/#@RGPirates

Si nota che Stiliana, dopo il pivot, parte per il salto andando nella direzione opposta rispetto a quella prevista!

In effetti, anche quando si è riunita con la sua allenatrice, sembra che stiano parlando di pedana e direzioni:
https://x.com/gymeditionn/status/1845275134862544999?t=pfz6hbh4dC6AHriY6JldCw&s=19

Che ne pensate?

nina93
1 mese fa
Risposta a  Beatrice Vivaldi

Guardando ciò che hai postato credo proprio tu abbia ragione! Ed è sicuramente un errore impensabile per una ginnasta di questo livello. Perdite di attrezzi, direzioni sbagliate…io credo che la Federazione bulgara abbia cannato di brutto la preparazione psicologica di tutte le sue atlete, o ancora peggio, abbia sottovalutato l’importanza di lavorare su questo aspetto. L’unica che si è salvata – dopo anni di sofferenze e di lavoro su se stessa come ha ripetuto in molteplici interviste – è stata Boryana. Ma mi ha dato l’idea che si sia “salvata” da sola, non che abbia ricevuto chissà che supporto dalle strutture competenti.

nina93
1 mese fa
Risposta a  nina93

Che poi è un problema diffuso un po’ in tutte le Federazioni… trovo che in questo sport in generale ci siano enormi lacune sul tema e che ci si concentri quasi esclusivamente sul fare 300 ore di allenamento, su regimi alimentari discutibili… insomma siamo ancora molto indietro rispetto ad altre discipline…

Jerry
1 mese fa

Stiliana non e di origini egiziane. Nata in Cairo ma i suoi genitori sono bulgari.

Beatrice Vivaldi
1 mese fa
Risposta a  Jerry

Grazie, correggo!

nina93
1 mese fa

Oh che bello questo articolo-drama 🥲 Ricordo bene tutti questi nefasti accadimenti, il più drammatico per me fu quella clavetta maledetta di Kudryavtseva, anche se festeggiai ugualmente per la vittoria di Mamun, bella ginnasta e ragazza eccezionale.
Oggettivamente tra tutti questi episodi penso che il dramma peggiore sia stato quello vissuto da Nikolova, ancora oggi mi sembra incredibile quanto successo.

Irene
1 mese fa

Grazie mille per l’articolo. Sempre super interessante. Direi che scaturisce il fatto che gli esercizi alle clavette per quasi tutte le ginnaste sopra citate sono stati i più catastrofici. Forse proprio perché essendo doppio l’attrezzo anche la concentrazione e la precisione devono essere duplicate. Caso curioso per Sofia, invece, sono state proprio le clavette a risollevare la situazione e ad assicurarle la medaglia che meritava.

Ilaria
1 mese fa

Bellissimo articolo! Ci voleva ripercorrere queste “amarezze” olimpiche. Quelle che ho vissuto io sono state quelle di Arina Averina e quella recente di Stiliana, ma sono sicura che quest’ultima riuscirà a rifarsi in futuro.

bakis42
1 mese fa
Risposta a  Ilaria

La domanda è che tipo di futuro le rimane. Una delle crudeltà della ginnastica ritmica è rappresentata dalle statistiche, secondo le quali il picco della carriera è tra i 16 e i 20 anni. Oltre questa età, i muscoli diventano più rigidi, i legamenti più deboli e le articolazioni più immobili, il che significa che, sebbene una medaglia olimpica non sia impossibile per una ventitreenne, diventa sempre più improbabile. Lo stesso vale a maggior ragione per Sofia, che ha un anno e mezzo in più. Stiliana penserà anche al suo futuro professionale, il che potrebbe limitare ulteriormente le sue possibilità di allenamento. Credo che tra poco meno di 4 anni vedremo la nuova generazione prendere in mano il testimone, compresi alcuni volti attualmente noti solo agli addetti ai lavori (tra le ginnaste attualmente “affermate”, vedo buone possibilità soprattutto per Darja, in primo luogo per la sua età ancora relativamente giovane e in secondo luogo per il suo particolare carattere intransigente).

Maya Ape
1 mese fa
Risposta a  bakis42

Non sono d’accordo! L’età è un numero sulla carta d’identità, siamo tutti diversi e il nostro corpo si comporta in maniera diversa. Sicuramente arriverà una nuova generazione di talenti, lo spero bene, ma le attuali campionesse, con la loro “maturità”, potrebbero dare un qualcosa in più all’esercizio, soprattutto sul nuovo codice basato sull’artistico.

Sara B
1 mese fa
Risposta a  Maya Ape

Anche io non sono d’accordo, soprattutto per le Olimpiadi. Spesso si vedono ginnaste più esperte mantenere la calma nelle 4 rotazioni, e portare a casa un buon punteggio. Poi sono sicura che nelle gare si coppa del mondo col nuovo codice saranno le giovani a farsi largo. Sono anche curiosa di vedere i nuovi esercizi di Darja: chissà se la non partecipazione alla Win Cup è data dal voleri resettare i vecchi esercizi e concentrarsi sul nuovo codice, come già stanno facendo altre giovani da questa estate

Sara B
1 mese fa
Risposta a  Sara B

*Aeon cup, correggo

bakis42
1 mese fa
Risposta a  Sara B

Su cosa non siete d’accordo, esattamente? E cosa dovrebbe avere a che fare con i Giochi Olimpici in particolare? Cosa c’è di sbagliato nell’affermare che una medaglia olimpica per un ventitreenne non è impossibile, ma sta diventando sempre più improbabile per le ragioni biologiche citate, soprattutto per i campioni olimpici di ritmica, nessuno dei quali ha più di 22 anni? Non abbiamo ancora visto una gara di Coppa del Mondo in seguito all’interpretazione o all’applicazione delle nuove regole, ma lei è già sicuro di chi ne beneficerà? Può spiegare più dettagliatamente le sue ipotesi? A proposito, per concludere la serie infinita di speculazioni: la mancata partecipazione di Darja alla Coppa Aeon è dovuta al fatto che sta partecipando a numerosi eventi di laurea e soprattutto al fatto che cercherà di completare il suo anno scolastico cancellato a velocità record entro l’inizio dell’estate con gli esami finali.

Beatrice Vivaldi
1 mese fa
Risposta a  bakis42

Ciao Bakis, spero tu non me ne voglia, ma ho notato che i tuoi toni possono sembrare un po’ forti nei confronti degli altri utenti. Non so se sia un problema di traduzione, ma ti sarei molto grata se potessi moderarli. Grazie mille!

Beatricebee
1 mese fa
Risposta a  Beatrice Vivaldi

Comunque, non so se per campioni olimpici intendessi proprio medaglia d’oro, ma Kaleyn di anni ne ha 24, e ha vinto un argento spettacolare due mesi fa.
In generale, si sta assistendo pian piano a un innalzamento dell’età media delle big, come qui sul blog si è fatto notare più volte con articoli e commenti, per cui mi sembra sempre più probabile ORA mantenere più a lungo una carriera ai vertici, non meno probabile. Il picco tra 16 e 20 poi bo, Ashram stessa ne aveva 22 quando vinse le Olimpiadi 2021, le Averina 23 ed erano lì a lottare. Per non parlare delle squadre!

bakis42
1 mese fa
Risposta a  Beatricebee

So che Kaleyn ha vinto una medaglia d’argento a 24 anni… Beh, se ti senti in dovere di discutere a questo livello, sono affari tuoi. Ho riprodotto (sulla base di una recente pubblicazione) che una medaglia olimpica per una ginnasta di 23 (24, 25…) anni NON è impossibile, ma sta diventando sempre più improbabile per motivi biologici. Anche le nuove regole che spingono l’età verso l’alto in una certa misura fanno ben poco per cambiare la situazione. E non credo né spero che questa tendenza si stabilizzi a tal punto da far perdere al ritmo la sua essenza. È possibile che la traduzione automatica della mia opinione provochi ancora una volta un “suono duro” nelle loro orecchie, che non posso giudicare in modo differenziato. Questo tipo di comunicazione non ha quindi senso e la chiudo qui.

Valentina
1 mese fa
Risposta a  bakis42

“Beh, se ti senti in dovere di discutere a questo livello, sono affari tuoi”
Non credo che questo modo di esprimersi sia giustificabile dalla traduzione automatica o dal normale slittamento di tono che può esserci nella comunicazione scritta. Penso che dipenda in massima parte da una maleducazione di fondo che ti impedisce di capire che stai mancando di rispetto a chi innanzitutto mette il proprio tempo e le proprie competenze a disposizione di tutti noi utenti per creare una piattaforma su cui ognuno è libero di esprimere i propri dubbi o pareri con serenità.

Mr Magoo
1 mese fa
Risposta a  Valentina

Bakis42, non ti arrabbiare 🙂
Concordo con l’invito che Beatrice – padrona di casa, non dimentichiamocelo – che ti invitava a toni un pò più sereni nell’esprimere il tuo legittimo punto di vista.
E bene ha fatto l’amica Valentina a ricordare quale sia la finalità e l’importanza di questo blog per tutti noi appassionati.
Ma ti leggo sin dal tuo ingresso in queste pagine e mai ho visto alzare i toni o essere sgarbato. Anzi, più volte, mi hai strappato qualche sorriso con frasi o parole che il programma di traduzione ha reso buffe o incomprensibili.
Quindi ricominciamo da capo, un bel respiro e passa tutto.
Qui, te lo scrive l’ultimo dei cretini (spero che la traduzione non faccia danni!) tutti possono esprimere la loro opinione e leggere quella degli altri. Nessuno ha la pretesa di convincere gli altri, ciascuno si può tenere la sua.
La tua è preziosa, per tutti noi, perchè ci offre il punto di vista di un utente della Germania – nazione in fortissima ascesa – e tante informazioni e sensazioni che a distanza in Italia magari non arrivano o non sono correttamente percepiti.
Tu, Valentina, io e tutti gli altri abbiamo il dovere e il piacere di preservare questo angolo di libertà che Blablagym rappresenta.

Sara B
1 mese fa
Risposta a  Mr Magoo

Ciao Bakis42,
La mia opinione conta tanto quanto la tua ed è solo una opinione. Io non sono d’accordo sulla tua personale analisi dell’età. Tutto qui. È una mia opinione, supportata dal fatto che tante ginnaste arrivano fino a 30 anni alle coppe del mondo. Questa, ripeto, è una opinione personale e le mie percezioni potrebbero essere sbagliate o deviate da un bias personale di maggior età (seguo la ginnastica da ormai più di 30 anni). Grazie per le informazioni su Daria, sono preziose.
Il blog è uno scambio di opinioni, visioni e anche news e pettegolezzi dell’ultima ora. Teniamolo così: uno scambio, educato.

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