C’è qualcosa di magico nei Giochi Olimpici che mi lascia sempre un vuoto profondo quando finiscono. Ogni volta che guardo la cerimonia di chiusura, sento un nodo in gola, una sorta di malinconia che è difficile spiegare.
Per settimane sono stata incollata allo schermo, appassionandomi a sport che per il resto dell’anno non saprei neanche nominare, vivendo ogni emozione, ogni trionfo e ogni disastro come se fossi io a correre, saltare o lanciare (anche se l’unico sforzo fisico è stato cambiare canale col telecomando).
E poi, all’improvviso, puff! Tutto finisce. Rimango lì con un vuoto, una “nostalgia olimpica” che mi perseguita per giorni, mentre aspetto impazientemente il prossimo appuntamento. Ed ecco perché oggi, in questo articolo, voglio rivivere ancora una volta quei giorni magici di Parigi e, con un po’ di malinconia, dirgli definitivamente addio…
Le sognatrici – Anche le ginnaste olimpioniche sono state delle piccole bambine con grandi ambizioni. Al di là delle medaglie, sono sicura che ognuna di loro sarebbe al colmo della gioia, sapendo che in futuro raggiungerà la pedana olimpica!
La medaglia di legno – Il quarto posto spesso è quello che brucia di più: si è ben visto anche nelle reazioni di Kolosov e della squadra bulgara, a un passo dal sogno della medaglia. Marta Pagnini racconta in un toccante post la sua esperienza delle Olimpiadi di Rio, in cui arrivò ai piedi del podio, e di come è cambiata la sua percezione di quella medaglia di legno col tempo. Vi consiglio di leggere il post completo su Instagram!
“(…) Fallimento sarebbe stato tornare a casa essendo la stessa persona di quando ero partita. Avrei fallito davvero se avessi ritenuto quella mancata medaglia lo scopo della mia esistenza e se mi fossi dimenticata di cosa ha significato per me quell’Olimpiade a 360gradi.
(…) Le Olimpiadi sono un’esperienza talmente formativa dal punto di vista umano (oltre che sportivo) che è ingiusto e assurdo ridurre quel vissuto ad un “sei arrivato quarto”. Pertanto, la bellezza di una storia di sport la cerco sempre nelle emozioni di chi è sul campo, allo stesso modo, nella reazione dopo una sconfitta o nell’esplosione della vittoria, ricordando sempre che il sogno di un atleta non è sempre e solo l’oro di una medaglia.”
Marta Pagnini
I body patriottici – Cerchiamo di risollevarci il morale con un po’ di Fashion in pedana: alle Olimpiadi, molte ginnaste hanno sfoggiato colori, simboli e tradizioni che richiamano la bandiera e il folklore del proprio Paese. Una tradizione spesso vista nella ginnastica artistica, molto meno nella ritmica. Ne avete avvistati altri? Fatemelo sapere nei commenti!
Ringraziamenti speciali – Chiudiamo con l’ultima lacrimuccia: il ringraziamento di Milena Baldassarri ai suoi genitori! Perché, dietro ad un grande atleta, c’è sempre una famiglia che gli ha permesso di diventarlo. Una riflessione toccante: consiglio di leggervela tutta su Instagram!
“Cari mamma e papà❤️🏠 Penso in vita mia di non avervi mai ringraziato abbastanza per tutto quello che avete fatto per me, mi avete guidato da sempre verso la direzione più giusta finché non sono arrivata a cavarmela da sola (…)
Ci saranno altre mille cose che non ho elencato e che voi avete fatto per me e senza le vostre scelte fatte in passato io non sarei qui oggi ed aver disputato la mia seconda finale olimpica, questa volta diversa dalla prima perché sugli spalti c’eravate anche voi , vedervi con la bandiera in mano e tanta emozione dopo ogni esercizio non ha prezzo, quindi si grazie infinitamente per tutto quello che siete stati per me, vi voglio bene!🫶🏻”
Milena Baldassarri
Il replay – A proposito: il canale ufficiale Olympics Gymnastics ha pubblicato il replay completo della finale individuale. Speriamo che carichino presto anche le altre competizioni!
Mentre chiudiamo questo viaggio tra ricordi ed emozioni delle Olimpiadi di Parigi, è difficile non pensare a quanto ci abbiano coinvolto e toccato. Tra trionfi e delusioni, sogni realizzati e altri che resteranno nel cassetto, lo sport ci ha mostrato ancora una volta che è molto più delle medaglie. Ed è proprio per questo che continuiamo a guardare, a tifare e a lasciarci emozionare: perché lo spirito olimpico ci ricorda che, anche dopo le sconfitte e i momenti difficili, c’è sempre un nuovo inizio all’orizzonte.
Quindi, mentre salutiamo con un pizzico di malinconia questa Olimpiade, conserviamo quell’entusiasmo dentro di noi, pronti a vivere nuove storie, sostenere nuovi atleti e inseguire nuovi sogni.
Ciao, Parigi. Grazie per averci fatto sognare ancora una volta.
A volte avrei voluto avere una macchina del tempo per cercare il presunto “spirito olimpico” di questo evento… “Dall’idea antica alla decadenza post-romana e disumana”. Questi concetti mi sono passati per la testa un paio di volte, anche se non so se fossero già stati portati dall’esterno nel periodo precedente a Parigi o se fossero rimasti fumanti come indignazione interna per tutto il tempo. Come promemoria.
L’altra faccia della medaglia.
https://www.unita.it/2024/07/26/a-parigi-pulizia-sociale-per-le-olimpiadi-sparisce-la-poverta-per-mostrare-limmagine-migliore-di-se/
Sì, queste Olimpiadi hanno certamente lasciato il segno e, sarà pure per tutta l’attesa che le ha accompagnate, faticano a scomparire dalla testa e dal cuore.
La “chicca” di quest’articolo, a mio parere, è lo splendido post di Milena.
Più volte in questi anni, spesso recentemente, abbiamo affrontato il tema della personalità, della responsabilità, dell’impegno, dell’equilibrio psicofisico di una ginnasta (o più in generale di un atleta) di altissimo livello e delle insidie dell’abbandono della pratica sportiva con l’ingresso nel mondo “reale”.
Milena, la nostra Milena nazionale, di cui tutti siamo innamorati, anche su questo argomento ci stupisce: o forse, per quello che tutti noi abbiamo sinora compreso di lei, neanche tanto.
Questa ragazza ha, davvero qualcosa di speciale, di magico.
Per quello che oggi leggiamo dalle sue parole, la certezza è che questa magia stia nella persona e poi, inevitabilmente, abbracci anche il suo presente di atleta.
Il suo post andrebbe stampato, ingrandito come poster e affisso in ogni palestra di ritmica italiana perchè ogni ragazza, all’ingresso e all’uscita da ogni giornata di allenamento abbia l’occasione e il modo di comprendere il senso della sua fatica quotidiana.
Milena è un patrimonio preziosissimo.
Spero che, appese le mezzepunte al chiodo (e lo deciderà lei quando!), rimanga nel mondo della ritmica per trasmettere la sua positività e il suo approccio allo sport.
Si parla tanto di Safe Guarding Office.
Sarebbe fantastico se la nostra Federazione le proponesse di farvi parte.
https://olympics.com/en/paris-2024/videos/individual-all-around-qualification-rhythmic-gymnastics-olympic-games-paris-2024 (“Sign me up” -> Login necessario)
Chissà se è possibile vedere il replay anche delle qualifiche (che mi sono persa) oppure qualche video singolo qua’ e là.