La ritmica, come abbiamo spesso visto, è uno sport in continuo cambiamento: tra ciclo quadriennale del codice dei punteggi, regolamenti variabili e nuovi format delle competizioni, di certo non ci si annoia mai!
Se c’è qualcosa che, nel tempo, ha saputo correre veloce (quasi) quanto la ginnastica, è la tecnologia. Dal modo in cui si ascolta la musica alle modalità di allenamento, quasi tutto è cambiato. Ma la domanda è: in meglio?
Una musica sempre più smart
Alzi la mano chi, come me, ha perso ore e ore a cercare di tagliare una musica per un esercizio con un registratore e una musicassetta! 🙋♀️ Play, riavvolgi, REC, oh no… il taglio è sbagliato, ricomincia da capo! Per non parlare dell’incubo della masterizzazione: ho passato innumerevoli ore a preparare i CD con le musiche per le gare – rigorosamente una singola musica per ogni CD – con tanto di copia di riserva, che non si sa mai che il fragile disco si rovini!
Oggi, per fortuna, tagliare e riprodurre una musica è molto più semplice: esistono decine di software che permettono di realizzare un taglio perfetto con pochissimo sforzo!
Inoltre, il supporto fisico è quasi completamente scomparso. In allenamento, le musiche sono salvate su computer o smartphone e trasmesse direttamente alle casse via Bluetooth. In gara, invece, le musiche vengono inviate direttamente via e-mail , a volte addirittura tramite portali appositi, e la possibilità di supporti rotti o musiche sbagliate si è notevolmente ridotta!
Insomma: meno ansia per ginnaste e allenatrici, almeno su questo tema!

Informazioni sempre a portata di mano
Al giorno d’oggi, cercare informazioni sulla ritmica è diventato incredibilmente più facile. Ai miei tempi era una vera caccia al tesoro: siti istituzionali incomprensibili, passaparola, ricerche infinite… mi è capitato più volte di arrivare in gara senza sapere nemmeno l’ordine di lavoro!
Proprio questa scarsità e dispersione di informazioni è stata tra i motivi che mi hanno portata a creare il mio primo sito. Oggi per fortuna ci sono molti blog, siti specializzati e social che offrono aggiornamenti quasi in tempo reale. La ritmica è sempre meno uno sport di cui ne sanno solo gli addetti ai lavori: il web ha reso l’accesso alle informazioni molto più democratico e immediato (anche se c’è molta strada ancora da fare!).
Con le dirette streaming, basta uno smartphone o un computer per assistere in diretta alle maggiori competizioni internazionali – e a volte è possibile anche guardarle in differita, nel momento che preferiamo. La tecnologia ha aperto un nuovo palcoscenico virtuale aperto 24 ore su 24.
Lo smartphone, ormai un’estensione del nostro corpo, è diventato indispensabile anche nella ritmica – per seguire classifiche, riprodurre musiche, guardare video. Quale modo migliore di celebrare il nostro sport preferito che avere una cover personalizzata a tema, come quelle di Pastorelli?

Uno schermo per allenarsi
Nel 2020 è successo qualcosa di inaspettato: il Covid. Se prima l’idea di un allenamento online sembrava impensabile o addirittura un “ripiego”, da quell’anno tutti si sono dovuti arrendere e provarlo. Oggi il tabù dell’online è quasi sparito e nuove piattaforme permettono di allenarsi con i tecnici anche a distanza. Molte ex ginnasta propongono stage e workshop online, da poter seguire senza dover viaggiare in luoghi lontani. Certo, un allenamento a distanza non può sostituire quello in presenza, ma può essere un’utile integrazione quando le circostanze lo richiedono.
Anche i video sono diventati uno strumento quotidiano: riprendere l’esercizio per analizzarlo insieme all’allenatore è ormai un uso consueto. Inoltre grazie allo spopolare dei video sui social, come Instagram o TikTok, le ginnaste possono scoprire con facilità nuovi elementi da replicare poi in palestra.
Vi ricordate ad esempio le nostre “pillole di allenamento”? Questi video, nati proprio durante la pandemia, erano piccoli esercizi, maestrie e difficoltà da poter provare anche nel salotto di casa – ovviamente facendo attenzione ai soprammobili! Curiosità: tra le ginnaste che ci avevano regalato un video c’era anche la futura Campionessa del Mondo Sofia Raffaeli.
Intelligenza artificiale e nuovi orizzonti
È la grande novità dell’anno: l’Intelligenza Artificiale ha conquistato ormai ogni ambito e settore. È possibile applicarla anche nella ritmica?
A inizio anno Noha Abu Shabana, direttrice tecnica internazionale del settore ritmica, ha affermato:
Vogliamo passare alla valutazione in diretta e introdurre l’intelligenza artificiale. Non vogliamo sostituire i giudici, ma aiutarli con l’intelligenza artificiale, guidandoli in caso di dubbi.
Noha Abu Shabana – Originale
Alcuni aspetti della valutazione potrebbero effettivamente essere semplificati con la AI: ad esempio, contare i passi in caso di perdita, misurare la distanza tra il piede e la testa in una difficoltà… Però ci sono altri elementi, come l’aspetto artistico o la sincronia con la musica, che richiedono ancora l’occhio umano. Al momento, una sperimentazione è già attiva per la ginnastica artistica: chissà che non arrivi presto anche per la ritmica!
L’intelligenza artificiale ci può già aiutare in altri modi: ad esempio, Alice Taglietti ha affermato di averla utilizzata per cercare la musica del suo esercizio alle clavette.
Ma l’AI potrebbe aiutare anche gli allenatori: basandosi sui punti di forza e debolezza dell’atleta, potrebbe suggerire modifiche agli esercizi per massimizzare il punteggio possibile. Sognando più in grande, combinando l’utilizzo di sensori, l’AI potrebbe suggerire esercizi di compensazione per evitare squilibri muscolari e migliorare le prestazioni delle ginnaste.
Secondo me, la tecnologia ha reso la ritmica più vicina, più accessibile e, forse, ancora più appassionante. Voi cosa ne pensate? Fatemelo sapere nel sondaggio e nei commenti!
Risultati Sondaggio: Qual è il contributo più utile che l’Intelligenza Artificiale può offrire nella ritmica?
Dal sondaggio è emerso che l’applicazione dell’intelligenza artificiale considerata più utile è il supporto per la giuria nell’assegnazione degli elementi, indicata dal 74% dei partecipanti. Seguono l’analisi automatica degli elementi con correzione tecnica in tempo reale (42%), il monitoraggio dei progressi e la prevenzione degli infortuni (37%) e la simulazione virtuale di difficoltà complesse (34%). Le applicazioni più creative, come la composizione automatica di musiche o coreografie personalizzate, hanno ricevuto meno preferenze, evidenziando un interesse prevalente per strumenti che migliorano l’efficacia tecnica e la sicurezza.
Il tema della scuola parentale, già dalla terza o quarta elementare, senza un progetto, un inquadramento in contesto specifico se non quello della speranza che un giorno forse…perché se non si fa così non arriva niente di sicuro, facendo così invece?! Facendo così comunque 1 su mille va avanti, può arrivare qualcosa o non arrivare mai; del resto si sapeva fin dall’inizio che il progetto in questa scelta è solamente la speranza, le altre 999 si ritirano anzitempo e non lo sapranno mai
e nel frattempo…
Ma questa, diciamocelo è una piaga che riguarda solo le famiglie, compiacenti a cotanta follia.
Il tema della scuola parentale sarebbe da denuncia agli assistenti sociali, bambine di 10,11 e 12 anni costrette in palestra per 8 ore al giorno senza avere alcun rapporto sociale con i loro coetanei è un’aberrazione. Per poi far emergere 1 su 100.
Se davvero è cambiato qualcosa dovrebbero porre fine a queste storture.
Ci sono società che fanno fare accademie a ginnaste di serie C
Ma il problema sono le famiglie, per le società è solo guadagno
Verissimo e varie società, scuola privata per le silver, insomma…tutto fa cassa.
Vero che le famiglie dovrebbero rifiutarsi, però io valuto negativamente anche le società, che pensano al guadagno e non al bene della bambina/adolescente in questione. Un’etica dovrebbe esistere da ogni lato.
Io trovo davvero diseducative anche le società (blasonate, senza far nomi) che pubblicano costantemente gli allenamenti delle proprie atlete di domenica o nei giorni festivi. Ma parlano con i preparatori atletici? Hanno mai sentito parlare di scarico? Per non parlare poi di sanità mentale e riposo anche della psiche.
Che poi, se il posto è giusto, ed è giusto pure il momento, le convocazioni arrivano lo stesso e qualche volta arrivano a chi di lavoro non si è ammazzato mai.
E ha fatto bene! 😉
Segnalo questa simpatica risposta personalizzata al sondaggio sull’utilizzo della AI:
“Realizzazione automatica degli ODP 😂 capace di leggere in automatico il file delle iscrizioni e creare una tabella excel con tutte le tempistiche giuste/pause/giri attrezzi ecc”
Effettivamente potrebbe essere un grande aiuto, sistemare gli ordini di gara è un lavoraccio! Secondo me si potrebbe fare una prova con i sistemi già disponibili, al momento sono piuttosto avanzati e con il prompt giusto potrebbero dare una gran mano 😉
Un altro vantaggio della tecnologia è la possibilità di raccontare la ritmica con mezzi nuovi e da diversi punti di vista.
È uscito oggi il podcast di Rai Play “La Promessa”, un approfondimento su diverse storie di abusi nel mondo dello sport:https://www.raiplaysound.it/programmi/lapromessa
Le prime tre puntate sono dedicate alla ritmica. Raccontano il processo di Brescia, dando voce a due delle ginnaste che hanno denunciato (dai nomi e dal contesto probabilmente Victoria Mussner e Alice Bressanelli) e alla madre di quest’ultima.
Oltre a riepilogare i fatti, il podcast offre delle chiavi di lettura a mio parere fondamentali per parlare di questi temi, ma che spesso vengono ignorati o sottovalutati da altri media. Risponde anche, in maniera più o meno esplicita, a molte delle domande ricorrenti in questi casi (“Ma perché non hanno parlato prima?” “Ma le famiglie?”). Il terzo episodio offre inoltre un approfondimento sul funzionamento della giustizia sportiva, utile a chi magari in questi anni non ha avuto modo di seguire a pieno l’argomento.
Ne consiglio l’ascolto, con l’avviso che soprattutto il primo episodio è fortemente emotivo, quindi siate preparati. Proprio per questo, però, credo sia importante ascoltare l’intera storia dalla voce delle dirette interessate.
Non serve aggiungere altro, quelle parole dicono già abbastanza, quelle voci ti segnano dentro e immediatamente è come se fossimo stati tutti lì, come se tutti noi avessimo visto tutto… grazie per aver avuto il coraggio di farlo, siete la voce di tante.
Credo che, oltre alla sofferenza delle vittime ,salta all’ occhio il tema della scuola parentale ,scelta perché la scuola va frequentata.Insomma..stuoli di bimbe che dai 9 anni in su vivono 8 ,10 ore in palestra ..a volte già lontane dalle famiglie,magari a casa di allenatori..perché poi vere e propie strutture dove sono?sono accampate ..e aggiungo anche, per chi se lo può permettere ,per cui i temi sono 2.Uno se sia giusto fare 10 ore di palestra al giorno senza essere parte di una squadra nazionale e due se solo famiglie facoltose possono permetterselo.Faccio una battuta:le ginnaste delle famiglie “povere”si sono salvate…
Grazie Mirjam, lo ascolterò volentieri.
Grazie Mirjam, condivido ogni tua parola.
grazie Mirjam per questa condivisione preziosa. Sono all’ascolto della prima puntata, e a sentire le parole “Io non volevo deludere nessuno” mi ha fatto piangere
Grazie per aver condiviso questi podcast Myriam. È davvero importante che la verità venga osservata da tutti. Troppo a lungo certe realtà sono rimaste nascoste, protette dal silenzio e dalla paura. Ora che qualcuno ha avuto il coraggio di parlare, è nostro dovere ascoltare e soprattutto non voltare la testa dall’altra parte. Mi chiedo come possano permettersi, certe allenatrici, di rovinare così la salute fisica e mentale di ragazze giovanissime. Creature fragili, che avrebbero bisogno di sostegno, non di umiliazioni. Di guida, non di violenza. È uno schifo. Uno schifo che fa male solo a chi lo subisce e che arricchisce un sistema malato, basato su risultati a ogni costo, anche a costo della dignità.
Spero davvero che questi racconti, queste denunce, facciano riflettere. E soprattutto, che servano da lezione a tutte le insegnanti e gli allenatori: portare delle ragazze ad alti livelli non vi giustifica. Nessuna medaglia, nessun podio, nessun titolo vale quanto la serenità e la salute di una persona. Nessun successo sportivo vale l’abuso psicologico. Che questo sia l’inizio di un cambiamento. Che nessuna ragazza debba più soffrire in silenzio per colpa della prepotenza di chi dovrebbe aver cura di lei.
la tecnologia della moderna comunicazione, nel caso de “la promessa” ha indirettamente fornito alle protagoniste uno strumento utilissimo, perché i device non sono solo intrattenimento social, anzi, sono efficaci, accessibili e gratuiti strumenti di documentazione, testimonianza senza filtri, come il dramma in corso nei casi narrati e autocondanna per gli abominevoli che, intercettati dalla medesima tecnologia, si sono rovinati la carriera e reputazione da soli…magrissimo risarcimento, ahimè.
Utilizzo questa tecnologia che colmare molte mie lacune delle regole e delle protagoniste del passato e tenermi aggiornato sulle competizioni perché se avessi le risorse sarei sempre in viaggio per seguire come spettatore gli eventi ufficiali e non della ritmica.
Nel sondaggio di Beatrice ho espresso consenso favorevole solo per l’impiego della IA nella realizzazione dei brani musicali su misura per la ginnasta…ho timore per il sempre più capriccioso ricorso all’AI per generare immagini e video “aumentati” sempre più difficili da distinguere dalla realtà e inorridisco all’idea di Sofia che ritma in una stanza tutta verde mentre un’AI la connette online in un palasport olimpico (scusate l’ironia 😬)
A un certo punto nella prima puntata viene detto che il rituale della pesatura viene fatto anche a ogni collegiale… spero sia una cosa del passato
Ancora una volta sono a ringraziarti, Mirjam.
Ho ascoltato con attenzione tutti e tre gli episodi.
Ricavando le sensazioni e le emozioni che, leggo, anche ad altri ha fatto il loro ascolto.
E ringrazio pure Jimbo che, a seguire, ha avuto la capacità di sintetizzare in poche righe il pensiero dominante degli appassionati della ritmica e la speranza di un autentico processo di cambiamento della “cultura” e del “sistema” che caratterizzano il mondo della ginnastica.
A mio parere non è il momento di tirare bilanci o linee come se la guerra contro gli abusi fisici e psicologici a danno delle ginnaste fosse già stata vinta.
Tutt’altro.
Vi invito a leggere la sentenza n. 5 del Tribunale Federale FGI, pubblicata sul sito FGI, emessa – quanto alla sua motivazione – qualche giorno fa, il 20 maggio 2025.
L’accusa la solita, ossia maltrattamenti fisici e psicologici, insulti (fai schifo, sei una cogliona, siete un gruppo di stronze…), cellulari spiati, minacce, consumati da un’allenatrice su ginnaste, minorenni, alcune giovanissime.
Poco importa che l’allenatrice insegni artistica, peraltro in una società con una propria sezione di ritmica.
Testimonianze univoche che depongono per la colpevolezza su tutti i capi d’accusa, tranne sul più inquietante ossia che sbattendole violentemente il piede contro il muro, questa signora abbia provocato alla bambina tumefazioni e la frattura del V metatarso del piede sinistro: la frattura e le tumefazioni erano incontestabili ma il Tribunale alza le mani per l’impossibilità “di individuare l’evento generatore ed il relativo nesso causale e quindi l’imputabilità all’incolpata, potendosi essere verificato per un errato movimento della ginnasta nel corso dell’allenamento o per un infortunio occorso subito prima o dopo l’allenamento stesso” (cit. test.).
Pena comminata?
45 GIORNI DI SOSPENSIONE.