Ciao, amici di BlaBlaGym! Sono passati ormai parecchi giorni della conclusione dei mondiali Junior, osservatorio privilegiato sul futuro della ginnastica ritmica. Una gara che ha colto di sorpresa tanti fan per i risultati inattesi, soprattutto da parte di nazioni che solitamente non spiccano in questo sport.
Sono stati in effetti i primi mondiali – Junior o Senior – che hanno visto tutti i continenti rappresentati in finale, una novità assoluta nella ginnastica ritmica, da sempre molto “Europa-centrica”. In totale, 13 federazioni da 4 continenti hanno vinto una medaglia, e ben 4 podi su 8 hanno visto come protagoniste ginnaste da 3 diversi continenti.
Ma davvero dobbiamo essere stupiti di questi risultati? O forse è diventato un po’ obsoleto continuare a pensare che solo le nazioni europee possono arrivare i primi posti di questa disciplina?
La nascita di nuove possibilità
Partiamo da un fatto che è impossibile negare: negli ultimi anni, l’esclusione di Russia e Bielorussia dalle competizioni – nazioni che hanno da sempre primeggiato in questo sport – ha di fatto aperto le possibilità a molti più Paesi di emergere. Nei primi anni, ad avanzare sono state prevalentemente le altre nazioni europee; soprattutto quelle che stavano già facendo molto bene negli ultimi anni, ma che magari non riuscivano mai ad accedere ai pochi posti disponibili nelle finali, o alle prime posizioni. Paesi che magari hanno una storia più breve nelle ritmica, ma comunque con una tradizione ben consolidata: pensiamo all’Italia, alla Germania, alla Spagna, alla Romania, giusto per fare alcuni esempi.
Questa maggiore “apertura” dello sport ha forse motivato maggiormente anche le nazioni degli altri continenti, che per la prima volta hanno visto una possibilità concreta non solo di investire in questo sport, ma anche di poter raccogliere i frutti di questi investimenti.


A questi Mondiali Junior abbiamo visto emergere per la prima volta molti Paesi di altri continenti, che stanno costruendo pian piano la loro storia: ad esempio, l’Australia ha conquistato la prima finale mondiale del suo continente, la squadra del Brasile ha vinto le prime medaglie mondiali del sud America, mentre Bahnas e Heleika hanno vinto le prime medaglie mondiali junior non solo per l’Egitto, ma per l’Africa in generale.
C’è anche da dire che ai Mondiali Junior gareggia una sola ginnasta in ogni attrezzo per nazione, cosa che per forza di cose apre le finali a 8 nazioni diverse; tra le senior, invece, i Paesi più forti riescono spesso a qualificare entrambe le proprie ginnaste per una finale. In più, col fatto che ai Mondiali Junior i vari attrezzi sono eseguiti da ginnaste diverse – e non da un’unica ginnasta che potrebbe qualificarsi a tutte le specialità – le finali sono molto più variegate. In questo caso specifico, le uniche nazioni che sono riuscite a qualificarsi a tutte e 4 le finali individuali sono state il Kazakhistan (con Yerekesheva a 3 attrezzi e Rysbek alle clavette) e la Polonia (con Zhyzhych a 3 e Shybanova al cerchio).
Il frutto dell’esperienza
Chi come me segue assiduamente le gare – o questo blog – ed è interessato a scoprire le nuove promesse junior, si è certamente accorto che molte delle ginnaste che sono state protagoniste dei mondiali di fatto hanno già calcato diverse pedane internazionali. Come abbiamo analizzato, in realtà i Mondiali non hanno riservato troppe sorprese rispetto all’andamento stagione di queste ginnaste e pochissime di loro sono emerse “dal nulla”; tutte le altre di fatto avevano già una importante esperienza alle spalle. Tra le junior l’esperienza è molto importante, perché permette di entrare in pedana con una sicurezza e una consapevolezza differente.
Ad esempio, vi ho parlato della statunitense Natalie Della Rosa qui su BlaBlaGym già nel 2023, indicandola proprio come una delle promesse che avrebbe potuto primeggiare a questi mondiali. Ma anche la duplice campionessa mondiale, Akhmaral Yerekesheva, sono almeno due anni che gareggia in campo internazionale: l’anno scorso hanno partecipato ai campionati asiatici vincendo un oro al nastro.


Molte ginnaste avevano addirittura già partecipato anche alla scorsa edizione dei mondiali junior (cosa non più possibile, perché da un paio di anni la categoria junior è stata ridotta solo due anni di età di nascita). Ad esempio, entrambe le ginnaste che hanno vinto l’argento a parimerito alle clavette in questa edizione erano già alla loro seconda partecipazione mondiale: l’egiziana Farida Bahnas, che nel 2023 era arrivata 15^ al cerchio, e la polacca Kseniya Zhyzhych, che aveva gareggiato con la squadra (oltre ad essere stata finalista agli Europei 2024 con il nastro).
Anche la finalista australiana Alicia Tan nel 2023 aveva già gareggiato con il cerchio, così come l’estone Sofia Jakovleva, che in questa gara non è riuscita a centrare le finali individuali ma ha vinto un bronzo ai 5 cerchi con la squadra (e agli Europei 2024 è stata finalista alle clavette).
Riguardo a maggiore esperienza, tuttavia, mi sento anche di dire che tendenzialmente sono contraria a far gareggiare le ginnaste troppo giovani a livello internazionale: quindi, anche se gareggiare di più e da prima probabilmente porta più risultati, faccio fatica a vederlo come la soluzione perfetta. La soluzione ideale a mio personalissimo parere – come espresso più volte anche qui su BlaBlaGym – sarebbe alzare l’età delle Senior, e di conseguenza anche quella delle Junior; ma qui si apre un altro discorso che esula dall’argomento di oggi.
La crescita degli “altri” continenti
È inutile negarlo: tutti i continenti stanno crescendo in modo esponenziale e il livello delle gare si sta alzando sempre di più. L’Europa ha da sempre adottato un’organizzazione che prevede le gare delle squadre junior negli anni dispari (come il 2025), e di quelle delle individualiste junior solo negli anni pari. Negli altri continenti, invece, le gare prevedono ogni anno sia la squadra che le individualiste junior: questo ovviamente è possibile per il minor numero di partecipanti, ma dà anche un vantaggio competitivo non indifferente in termini di esperienza delle ginnaste.
Ad esempio la squadra brasiliana, che ha vinto l’argento All Around e ai 5 cerchi, lavorava già da 2 anni con questi esercizi, che ha presentato anche agli scorsi campionati Panamericani con una variazione minima nella formazione. Per quanto riguarda le individualiste, Natalie De La Rosa ha già vinto per due anni consecutivi il titolo panamericano All Around junior, gara peraltro non prevista agli Europei. Inoltre, grazie alla formula che prevede 12 esercizi per nazione, altre 3 ginnaste statunitensi hanno potuto gareggiare ai continentali e fare un’importante esperienza (Dawn, Liu, Filipp). Anche le asiatiche Yerekesheva, Usova e Nikiforova hanno già fatto esperienza individuale ai continentali sia di questo che dello scorso anno.


Insomma: è vero che in Europa ci sono molti più tornei a distanze “comode” per le ginnaste delle nazioni europee, ma partecipare a un mondiale con due campionati continentali nel bagaglio di esperienza è decisamente un vantaggio sulle avversarie.
È importante sottolineare che nei prossimi anni diversi eventi di grande rilievo si svolgeranno al di fuori dell’Europa: a cominciare dai Mondiali di quest’anno, che per la prima volta si terranno in Brasile, fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028 e Brisbane 2032. Del resto, è noto che le competizioni ospitate in casa portano spesso a un incremento degli investimenti e a significativi miglioramenti per la nazione organizzatrice.
L’importazione delle allenatrici
Un altro elemento che sicuramente ha permesso a queste ginnaste da tutto il mondo di crescere è stato l’arrivo di ex ginnaste e allenatrici da nazioni in cui questo sport ha una lunga tradizione. Queste coach hanno portato innovazione, nuovi spunti di allenamento, metodi di preparazione consolidati che hanno permesso a nuovi Paesi di crescere esponenzialmente.
Il team statunitense ha ottenuto quest’anno il suo miglior risultato di sempre ai Campionati del Mondo, vincendo la sua prima medaglia d’argento. Non mi sono sorpresa: proprio lo scorso autunno vi avevo parlato del “sogno americano”, cioè di tutte quelle ex ginnaste olimpioniche che oggi sono diventate allenatrici negli USA.



Proprio ai Mondiali Junior, tutte le atlete erano accompagnate da ex ginnastiche olimpioniche: Natalie De La Rosa e Anna Filipp sono allieve di Yevgeniya Burlo, in gara ad Atene 2004 con la squadra bielorussa. La squadra junior – di fatto la squadra societaria dello stesso club Burlo – è seguita da Karina Lykhvar, che ha partecipato a Rio 2016 con la squadra israeliana. L’altra individualista americana presente ai Mondiali, Alicia Liu, è allenata da Svetlana Prokopova, ginnasta in gara a Londra 2012 con la squadra ucraina, e dall’atleta azera Daria Farshbafshakhriiari, che ha gareggiato a livello internazionale.
Passando invece all’Egitto, Lina Heleika, la ginnasta che ha vinto la medaglia d’argento al nastro, è allenata da Olga Lobas, ex allenatrice della squadra ucraina, che ha lavorato anche in Germania. Tra l’altro, parlando sempre dell’Egitto, in questo momento tra le neo senior c’è Aliah Ahmed, figlia della presidente del settore ritmica della FIG Shabana, che è allenata da Paulina Nikolova, ex ginnasta della squadra bulgara nonché madre di Stiliana Nikolova.
Per quanto riguarda la kazaka Yerekesheva, a quanto pare la sua Federazione sta collaborando con Laura Traets, vincitrice dell’oro olimpico con la squadra bulgara a Tokyo, che ha aiutato a costruire anche il suo programma. E ancora, il successo della ginnasta cinese Wang Qi era quasi annunciato, visto che è seguita da Amina Zaripova, ex ginnasta e soprattutto allenatrice della campionessa olimpica Margarita Mamun.


Una ritmica sempre più globale?
Insomma, inutile girarci intorno: la ritmica sta diventando sempre più globale. E, sinceramente… per fortuna! Questa apertura sta portando una ventata di freschezza e varietà: in pedana iniziamo a vedere stili diversi, le competizioni prendono direzioni inaspettate e ogni nazione può puntare al podio. Personalmente, credo da sempre che la diversità sia un valore aggiunto. Inoltre, una crescita così diffusa a livello mondiale potrebbe aiutare anche in termini di visibilità: forse un giorno riusciremo a scrollarci di dosso l’etichetta di sport “di nicchia”?
Chiudo con una riflessione sul sistema di qualificazione ai Mondiali Senior: mi domando infatti se l’attuale meccanismo a numero chiuso sia davvero funzionale per lo sviluppo di questo sport. Al momento, ogni continente può portare un numero limitato di nazioni con squadre composte da 2-3 ginnaste, mentre tutte le altre possono partecipare solo con un’individualista. Il problema è che le quote sono fortemente sbilanciate: l’Europa, ad esempio, ha 12 posti, mentre America e Asia ne hanno solo 4 ciascuna, nonostante siano continenti in forte espansione.
A mio avviso, questo potrebbe frenare proprio quelle aree che stanno crescendo di più: se non hai la possibilità di schierare più atlete, è molto più difficile creare un movimento solido e competitivo. Ovviamente capisco che non sia possibile avere gare completamente aperte – i Mondiali sono già lunghissimi così – però forse sarebbe il caso di rivedere un po’ la distribuzione delle quote, rendendola più equilibrata e coerente con la realtà di oggi.
Insomma: questa spinta verso la globalizzazione si rifletterà nel panorama senior nel prossimo quadriennio? Probabilmente sì, anche se forse con tempi più lunghi e meno immediati.
Voi cosa ne pensate? Fatemelo sapere nel sondaggio e nei commenti!
Ecco i risultati del sondaggio “Quale continente ti ha stupito di più a questi mondiali?”

Ho finalmente recuperato tutte le finali dei mondiali juniores e sono estasiata dal talento di queste ragazze.
Che dire? In ogni finale ho apprezzato praticamente tutte per la freschezza che portano in pedana.
Se nel mondo senior succede spesso che le musiche, in un certo periodo, si somiglino, così come gli stili (a quanti esercizi stile “bambola assassina” siamo?), nel mondo junior un po’ da sempre si vede più innovazione, stili diversi (anche forse frutto della provenienza molto diversificata delle ginnaste junior in generale). Un altra cosa che mi piace tanto nelle junior è l’assenza di paura nel rischiare.
Partiamo dalle individualiste. Per me stupende le due egiziane, forse ho apprezzato di più quella che ha fatto il nastro (mi pare sia Heleika). Frizzanti, dinamiche, espressive. Una nazione in enorme crescita. Bellissima la georgiana Jamagidze alla palla, con un’interpretazione matura, da fuoriclasse. Un’altra da tenere ben sott’occhio è la Yerekesheva, pulitissima, dotata, veloce, espressiva. L’ho adorata al nastro, che meraviglia.
Un’altra delle mie preferite è Natalie De La Rosa, alle clavette in particolare.
Poi, che ventata di ossigeno Wang Qi: adoro Zaripova e adoro questo tipo di ginnastica, così classica, fluida, elegante. Ho nettamente preferito il nastro alla palla, per mio gusto, ma credo che dovremo tenere d’occhio questa accoppiata.
Non adoro il duo bulgaro, per quanto siano velocissime e talentuose: diciamo che dopo Krasnobaeva ai tempi d’oro, non ho ancora trovato una junior bulgara che mi soddisfi appieno. Zhyzhych fortissima, sicura e promettente. Menzione d’onore infine per la kirghiza Arkatova, che forse non è stata la mia preferita come composizione, ma che grinta e precisione!
Passiamo alle squadre: wow, wow e ancora wow. Solitamente non capisco NULLA delle composizioni delle squadre, perdo tre quarti di quello che succede e di conseguenza spesso mi annoio. Nel caso di questo mondiale, invece, mi sono proprio gustata le finali, in particolare quella ai cerchi, dove ho adorato Brasile, Estonia, Italia ma soprattutto l’incredibile Bulgaria, che ha un esercizio tra i più belli di sempre. Tutti questi esercizi sono a mio parere accomunati dal fatto di essere leggibili e puliti, coerenti con la musica, ben eseguiti. Un piacere per gli occhi. Per ciò che riguarda le clavette, ho adorato la squadretta italiana. Bravissime, e poi mi sono proprio parse gioiose in pedana, che bello! Alle clavette mi è poi piaciuta tantissimo l’Ucraina, molto di più rispetto ai cerchi, un po’ più piatti a mio parere.
Mi è tanto dispiaciuto non vedere in una finale individuale le nostre junior, contavo molto sulle clavette di Michelotti. Penso abbiano pagato la pochissima esperienza, e comunque il livello era davvero altissimo.
Anche io man mano mi sono recuperata tutti gli esercizi.
Parole chiave: freschezza per le individualiste; godibilità degli esercizi per le squadre.
Anche io negli ultimi anni ho faticato a leggere gli esercizi di squadra senior per i primi 4 mesi. Le squadrette invece di una bellezza unica: semplici, divertenti, facili da capire. Mi sembra che le senior vogliano fare metafore, mentre le junior hanno delle similitudini chiare e godibili.
Evviva la semplicità!
(Che poi la Bulgaria ai cerchi se la possa giocare con le senior ci fa capire che “semplicità” è ristretto come termine)
mi hanno entusiasmato tutti i programmi dove le coreografie accolgono citazioni ai propri costumi e tradizioni e la recitazione sintetizzata in un preciso gesto, questo più evidente nei team rappresentanti nazioni meno titolate, più sperimentali.
ps
mi hai offerto una lettura diversa da quella che mi sono fatto fino a questa tua descrizione “bambola assassina” per me erano “bambole spezzate” nel senso metaforico dei fili spezzati, libere nei ritmi disarticolati quasi stroboscopici e posture spigolose oppure ciondolanti…forse perché nel mio immaginario richiamano le frizzate infermiere del seminterrato nel finale del film “Silent Hill” 🫣
Qualche spunto dalle risposte del sondaggio:
“La ginnastica ritmica italiana è cresciuta moltissimo grazie alla scuola bulgara, ma mi sembra che siamo ancora troppo arroccati sulla difesa del nostro e poco propensi allo scambio tra allenatrici, sia all’interno sia all’esterno. Credo che una maggiore apertura potrebbe essere, come per Paesi che hanno molte meno risorse di noi, risolutiva, umanamente e sportivamente”
“Le ginnaste hanno vari stili in tutto il mondo e questo mi piace molto”
“Non solo nazioni emergenti o sconosciute hanno stupito il pubblico internazionale ma anche nuovi stili e tradizioni prima a quasi totale appannaggio dell’est Europa e la Cina già da quasi una decina di anni ha una coreografia coerente si propri costumi e tradizioni”
E una domanda:
“Cosa ha portato il Brasile a distinguersi nella ginnastica ritmica mondiale, avendo lo stesso allenatore da più di 15 anni?” (O que levou o Brasil a se destacar na ginástica rítmica mundial, já que estão com a mesma treinadora há mais de 15 anos?)
La varietà di nazioni che è riuscita a salire sul podio, entrare in finale o anche solo registrare ottimi piazzamenti penso sia stata la mia parte preferita della competizione.
Sono d’accordo con il fatto che l’allargamento della platea di ginnaste competitive non può che essere positivo e forse davvero portarci a un pubblico sempre più ampio. Per raggiungere questo obiettivo rimane però il nodo dei punteggi: un regolamento così complesso difficilmente sarà mai digeribile per un pubblico generalista. Però chissà, magari passo dopo passo si possono conquistare spettatori.
Guardando al futuro delle Senior, oltre alla questione delle quote di qualificazioni ai mondiali, rimane secondo me un altro nodo importante: è davvero ora di aggiungere delle tappe di World Cup o World Challenge Cup fuori dalla zona euro-asiatica. Anche se all’inizio dovesse essere poco affollata (come già accade per Tashkent), darebbe la possibilità ad altre nazioni di partecipare a competizioni importanti, guadagnare esperienza e confrontarsi con ginnaste di alto livello. A quel punto sì che si inizierebbe a gareggiare ad armi (quasi) pari.
Funny fact,
Juliana Coradine, coach of Brazil Group, has worked in Italy and was Agnese’s duranti first coach .