Pubblicato originariamente su BeatriceVivaldi.it il 20 luglio 2017
Torniamo a parlare degli esercizi che hanno fatto la storia della ritmica: dopo il cerchio è il turno della fune, un attrezzo non apprezzato proprio da tutti e più volte messo in discussione, fino al punto da essere escluso dalle competizioni senior.
L’eliminazione della fune
Su proposta della FIG, dal 2011 la fune non fa più parte dei programmi tecnici individuali senior. Una scelta che ha due ragioni principali, più o meno discutibili: da una parte la volontà di preservare la salute delle ginnaste (la fune era spesso accusata di essere tra le cause principali di traumi e infortuni, a causa dell’elevato numero di salti); dall’altra la poca spettacolarità dell’attrezzo e la scarsa resa in televisione, poiché la conformazione della fune la porta a essere considerata poco visibile e difficilmente “inquadrabile” dalle telecamere.
Insieme all’eliminazione di questo attrezzo sono nate forme più o meno ufficiali di protesta, spesso sostenute anche sul forum BeatriceVivaldi.it; come alla Coppa del Mondo di Pesaro quando, nel 2011, molte spettatrici si presentarono tra il pubblico con la fune al collo; tentativi tuttavia che non hanno prodotto alcun risultato.
Qui sotto è riportata l’opinione della giudice internazionale Lorella Saccuman, espressa in occasione dei campionati mondiali di Mosca 2010:
La fune rappresenta uno degli attrezzi con i quali si inizia a fare ginnastica ritmica. Si inizia per gioco all’età di 5,6,8 anni e di conseguenza è uno degli attrezzi a cui abbiamo sempre dedicato spazio, abbiamo profuso energie per realizzare anche delle soluzioni giocose, interessanti per in qualche modo avvicinarci anche alle altre attività sportive di salto. Non dimentichiamo che la corda viene usata anche da atleti dell’atletica leggera; viene usata anche da chi pratica la boxe magari per obiettivi diversi che possono essere quelli del condizionamento organico. Noi la usiamo per questioni, sì di preparazione fisica, ma anche per preparazione coreografica ed estetica. Di conseguenza la usiamo un po’ a 360°, e pensare che dall’anno prossimo non ci sarà più, ecco diventa per noi forse motivo di disappunto in alcuni momenti e di dispiacere generale.
Lorella Saccuman
Nonostante si parlasse inizialmente di una sua sostituzione con un nuovo attrezzo – tutto da inventare – o con l’esecuzione di programmi “liberi”, simili a quelli degli attuali galà, a oggi la fune non è stata ancora rimpiazzata ed è tuttora presente solo nei programmi individuali junior, sia individuali che di squadra.
La fune ad oggi rimane comunque parte integrante della ginnastica ritmica; basti pensare ai molteplici modi in cui è utilizzata per potenziare la preparazione fisica delle atlete e migliorare la manualità e la coordinazione delle ginnaste, soprattutto di quelle più giovani. Un attrezzo usato anche come semplice strumento di allenamento in altre discipline sportive, ma che solo nella ritmica si trasforma per dare vita a spettacolari routine: come le 10 che ho scelto e che, secondo un mio parere personale, vale la pena di rivedere.
Gli esercizi alla fune che hanno fatto la storia
Oksana Skaldina (1990)
Con una versione di Smooth Criminal adattata per pianoforte, la ginnasta che diventerà bronzo a Barcellona nel 1992 esegue un esercizio particolarmente innovativo, originale e dinamico. Oggi allenatrice e coreografa, la russa Skaldina ha trasmesso tutta la sua passione per la ritmica alla figlia, Daria Svatkovskaya, giovane stella russa ritiratasi precocemente nel 2014 a causa di un infortunio e diventata a propria volta allenatrice.
Video Oksana Skaldina fune (1990)
Amina Zaripova (1995)
Tra le prime ginnaste in grado di introdurre elementi di flessibilità particolarmente difficili c’è la russa Amina Zaripova: con la sua innata eleganza esegue un esercizio fluido, dove la fune non è mai fuori posto e ogni difficoltà è eseguita con minuziosa precisione. Quinta ai Giochi di Atlanta, Amina ha collezionato negli anni diverse medaglie sia mondiali che europee. Oggi è una delle migliori allenatrici nella preparazione delle ginnaste russe senior: è stata proprio lei a portare Margarita Mamun a vincere l’oro olimpico.
Video Amina Zaripova fune (1995)
Larissa Lukyanenko (1996)
Particolarmente espressiva è l’interpretazione di Larissa Lukyanenko che, racchiusa in un elegantissimo accademico completamente bianco, si cimenta in un susseguirsi di lanci, pivot e salti di notevole ampiezza. Dotata di grande carisma, è stata una specialista della fune, suo attrezzo preferito, con la quale ha vinto il titolo mondiale di specialità nel 1992, nel 1995 e nel 1996. Oggi Larissa è un’allenatrice della nazionale bielorussa e segue, tra le altre, Anastasia Salos.
Video Larissa Lukyanenko fune (1996)
Elena Vitrychenko (1999)
Difficile riuscire a scegliere quali siano gli esercizi più belli di questa ginnasta, icona della ritmica mondiale. Qui, in particolare, emergono portamento, sicurezza e grinta da vendere. Ogni movimento è costruito ad hoc sulle note musicali, senza trascurare la precisione nell’eseguire le singole difficoltà sia tecniche che di attrezzo. Di Elena abbiamo ampiamente parlato in un articolo a lei dedicato: potete rileggerlo qui.
Video Elena Vitrichenko fune (1999)
Marina Shpekht (2005)
La ginnasta russa di origini tedesche mostra qui uno stile interpretativo unico e personale, affiancato da una notevole capacità di maneggio. Scegliendo le note dei Queen dieci anni prima della campionessa olimpica Mamun, Marina dimostra che la fune si può maneggiare con una innumerevole quantità di movimenti, non solo saltandovi attraverso.
Video Marina Shpekht fune (2005)
Anna Bessonova (2008)
Il cigno di Kiev, negli anni, ha rinnovato spesso le proprie routine alle fune, un attrezzo a lei congeniale e capace di mettere ancora più in risalto le sue lunghe leve e l’elevata capacità nell’esecuzione dei salti. Qui la musica ritmata, coinvolgente e incalzante accompagna sulla scena l’atleta ucraina fino alla fine, lasciando gli spettatori letteralmente senza fiato.
Video Anna Bessonova fune (2008)
Julieta Cantaluppi (2009)
Se parliamo di maestrie e originalità, non possiamo escludere dalla nostra top ten Julieta Cantaluppi, una vera specialista di questo attrezzo. Ai Campionati mondiali del 2009 la sette volte campionessa italiana esegue una routine brillante e coinvolgente, composta da una spettacolare sequenza di lanci e riprese, che contribuisce al raggiungimento del tredicesimo posto in classifica finale. Olimpionica a Londra 2012, oggi Julieta è un’allenatrice di successo: tra le sue allieve ci sono Milena Baldassarri e Sofia Raffaeli.
Video Julieta Cantaluppi fune (2009)
Melitina Staniouta (2009)
Notevole l’abilità di una Melitina neo-senior, che con la fune pare proprio giocare e divertirsi, complice anche la scelta della musica del virtuoso violinista Roby Lakatos, tra gli autori preferiti per le sue “colonne sonore”. Un esercizio fluido e dinamico, arricchito da ampi salti e da una bellissima varietà di pivot ben eseguiti. Melitina ha partecipato a due Olimpiadi, quelle di Londra 2012 e di Rio 2016; attualmente tiene masterclass in vari Paesi del mondo.
Video Melitina Staniouta fune (2009)
Daria Kondakova (2010)
Sprintosa, energica e ricca di rischi è la fune che Kondakova presenta all’edizione dei campionati mondiali giocata in casa, a Mosca. L’atleta russa diciannovenne si propone sulla pedana dimostrando di poter reggere il passo della sua connazionale e super-favorita Kanaeva, vincendo la finale in questa specialità.
Video Daria Kondakova fune (2010)
E voi oggi, dopo ben 12 anni di assenza dalle competizioni senior, ne sentite la nostalgia? Vorrreste un giorno poterla nuovamente rivedere tra le mani di ginnaste senior?
Quale tra questi è l’esercizio che preferite, o quali altre routine proporreste? Fatecelo sapere nei commenti!
Sempre trovato un po’ debolucce le motivazioni addotte dalla F.I.G. per giustificare l’esclusione della fune dal programma senior. Ormai sono tantissimi anni ma in me vive sempre la speranza che un giorno si possa tornare su quei passi e fornire un’altra chance a quest’attrezzo per vederlo ricomparire nelle competizioni più prestigiose 🥲 Chissà se una decisione simile, oggi, dopo tanti anni di abitudine incontrerebbe più favori o resistenze 🤔
Adoro questi articoli, con video di esercizi che altrimenti non avrei mai visto in vita mia. Meravigliose Vitrichenko e Lukyanenko, ma anche la nostra Julieta non scherza! Una domanda da ignorante: questo abbandono della fune ha prodotto (o è stato in concomitanza a) una riduzione del valore o dell’importanza attribuita ai salti? Mi spiego: guardando questi video, ma in generale pure quelli del periodo 2000/2008, noto salti altissimi e molto ampi, mi sembra in generale più che ultimamente. E’ solo una mia impressione, o sono stati, magari, valorizzati meno dal codice? Grazie!
Non so se sia legato a quello che noti tu, ma c’è stato un periodo (mi sembra il quadriennio 2005-2008) in cui a ogni attrezzo era attribuita una tipologia di BD (gruppo corporeo), che doveva essere numericamente maggiore nell’esercizio:
– nella fune c’erano i salti;
– nella palla le souplesse (elementi di scioltezza, in seguito “eliminati” come gruppo a sé stante e ri-distribuiti tra gli atri 3 gruppi);
– nelle clavette gli equilibri;
– nel nastro i giri;
– nel cerchio dovevano essere rappresentati tutti i 4 gruppi corporei in modo omogeneo.
Questo portava le ginnaste a dover studiare una numero maggiore di BD, perché comunque nella fune dovevi avere un bel po’ di salti diversi, nel nastro di giri, etc.; non potevi “riciclare” le stesse BD per tutti gli esercizi, come (ahimé) succede ora. Anzi, poteva succedere che ad esempio nella fune non ci fosse neanche un giro (ricordo una fune di Giulia Pala da junior che eseguiva senza mezzepunte perché, appunto, non aveva giri)
A me personalmente questa cosa piaceva perché, oltre a vedere una maggiore varietà di BD, portava le ginnaste a “specializzarsi” negli attrezzi anche in base alle loro caratteristiche fisiche. Ad esempio agli Europei 2008 tra le junior fecero il nastro Daria Dmitrieva RUS e Federica Febbo ITA, due ginnaste notoriamente molto abili nei giri, mentre la palla fu affidata a Yana Lukonina RUS e Alessia Marchetto ITA, due ginnaste notoriamente molto flessibili! Forse poteva essere una strada utile per puntare ad avere le finali di specialità olimpiche, chissà. Ad ogni modo questa regola fu abolita, ma non ne ricordo il motivo!
Ora che scrivo questa spiegazione mi chiedo: magari sarebbe utile un approfondimento su questo tipo di modifiche che ha subito la ritmica negli anni?
Al solito, sei un pozzo senza fondo di informazioni interessanti, grazie! Una specializzazione sarebbe sicuramente utile in chiave olimpica, chissà che non ci ripensino. Ottima idea l’articolo cui accenni, anche perché spesso si sente dire “Non vorrei mai tornare al codice di Rio”, o simili, e mi piacerebbe sapere come mai.
Grazie mille, troppo gentile! Per l’articolo provo ad organizzarmi anche se avrei bisogno di un supporto tecnico, non essendo io una giudice; anzi, se qualche giudice ci legge e vuole dare una mano in questa “ricostruzione storica” dei codici (anche in forma anonima), mi contatti! 😉