Spesso chiamato in maniera bizzarra dai non addetti ai lavori “fiocco” o “filo”, il nastro è uno degli attrezzi della ginnastica ritmica più conosciuto e amato dagli spettatori: oggi vi riproponiamo la nostra collezione di esercizi che sono passati alla storia, aggiornata al 2023!
A causa della sua conformazione, per poter essere utilizzato con dimestichezza, è necessaria molta pratica: per evitare che parti di esso rimangano ferme, o che si creino fastidiosi nodi durante un’esecuzione, deve essere infatti tenuto costantemente in movimento. Come se non bastasse, alle difficoltà di maneggio, si aggiungono le condizioni climatiche dei palazzetti: un luogo troppo umido, infatti, rischia di far “appiccicare” la stoffa al corpo o alla pedana, così come aria condizionata e corrente d’aria possono influire negativamente su traiettorie e atterraggi dell’attrezzo durante lanci e scambi.
Esempi tipici di maneggio sono oscillazioni, circonduzioni, spirali, serpentine, lanci e abbandoni, movimenti a otto, passaggi attraverso o sopra con tutto il corpo o parte di esso. Il susseguirsi dei video proposti illustra come sono variate nel tempo le modalità di utilizzo dell’attrezzo, così come l’evoluzione delle scelte musicali abbinate e delle tipologie di decorazione.
Gli esercizi al nastro che hanno fatto la storia
Alexandra Timoshenko (1989)
Body ed attrezzo monocolore, ma con una scelta musicale sicuramente innovativa per i tempi, ecco Timoshenko impegnata durante i Campionati Mondiali di Sarajevo, di cui fu assoluta protagonista con l’oro generale ed in 3 finali di specialità. Tra le atlete maggiormente medagliate nella storia di questo sport, Timoshenko è stata bronzo olimpico a Seul 88 e oro a Barcellona 92.
Video Alexandra Timoshenko (1989)
Susanna Marchesi (2000)
Degno di menzione è il nastro con cui la nostra individualista italiana di punta affrontò la pedana dei Giochi Olimpici di Sidney. Susanna è stata una delle migliori ginnaste italiane, sesta ai mondiali di Osaka nel 1999 e decima proprio in Australia l’anno successivo, dove centrò una storica finale anche grazie a questo splendido esercizio.
Alina Kabaeva (2000)
In quello stesso scenario olimpico, la super favorita Alina Kabaeva propose un nastro dal sapore tipicamente “orientale”. Musica, body e movenze formavano un’unica performance, caratterizzata da uno stile gioioso e dinamico, da cui era difficile distogliere lo sguardo prima della posa finale. Nonostante la bella esecuzione, Alina non riuscì a rimediare al grave errore al cerchio, e si dovette “accontentare” del bronzo olimpico.
Natalia Godunko (2004)
Circa dieci anni dopo Atlanta, per le Olimpiadi di Atene, Godunko ereditò la musica dalla connazionale Serebrianskaya, costruendo un esercizio che per molti tratti la ricordava. I salti, tra cui la famosa combinazione di tre enjambè consecutivi, sono di incredibile ampiezza ed elevazione, i pivot numerosi e ben “chiusi”, i movimenti del nastro eseguiti con impressionante velocità. Natalia concluderà l’esperienza olimpica in quinta posizione.
Anna Bessonova (2008)
Impossibile escludere dalla nostra selezione questo video che vanta oltre più di un milione di visualizzazioni su YouTube. Pechino 2008: Bessonova riuscì a coinvolgere i 5.000 spettatori del Beijing Gymnasium con un esercizio originale sin dalla posa iniziale e dallo stile folkloristico. L’apparizione del punteggio di 18.225, nonostante qualche momento di esitazione da parte dei giudici, sancì la sua seconda medaglia olimpica di bronzo.
Evgenia Kanaeva (2011)
È sicuramente di tutt’altro genere e stile interpretativo quello che Eugenia Kanaeva propose negli anni sulle pedane di tutto il mondo. Scegliere quale sia il più bello tra i suoi nastri, per i quali prediligeva musiche classiche e romantiche, è veramente impresa ardua. La suddivisione geometrica delle decorazioni lasciava così spazio a sfumature di colori a richiamo di quelli del body. Questa elegante routine, accompagnata solo dalle note del pianoforte di Chopin, contribuirà l’anno successivo alla conquista del suo secondo oro olimpico.
Liubov Charkashyna (2012)
Mentre Kanaeva si assicurava il secondo titolo olimpico e Dmitrieva ipotecava l’argento, a Londra la stella bielorussa Liubov Charkashyna raggiunse l’apice della sua carriera, salendo sul terzo gradino del podio. Con questo incantevole nastro, sul quale erano decorati persino dei cuoricini fucsia, l’atleta volteggiava elegantemente sulle note di “Love story”. La notevole preparazione tecnica, unita alla grande maturità acquisita negli anni, sono stati un connubio perfetto a coronamento di tanti sogni e sacrifici.
Video Liubov Charkashyna (2012)
Margarita Mamun (2016)
Il miglior programma di Mamun, che include anche questo nastro, è indubbiamente quello che ha preparato per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Sulle note della colonna sonora del film “Il cigno nero”, ispirata al “Lago dei cigni” di Tchaikovsky, l’atleta russa propose una serie di elementi tecnici, rischi e maestrie, che si fondevano senza pausa, in un crescendo di espressività ed intensità. Margarita, contro tutti i pronostici, condusse una gara senza inciampi ottenendo l’oro olimpico a discapito della favorita della vigilia, la connazionale Yana Kudryavtseva.
Milena Baldassarri (2018)
Da sempre uno dei suoi attrezzi di punta, Milena propone abitualmente programmi di alto livello tecnico e artistico. Nel 2018 a Sofia, con questa routine, sfiorò per soli 50 centesimi l’oro mondiale, posizionandosi ad un passo da Aleksandra Soldatova. Degno di nota anche il nastro 2023, costruito su “L’Enfer” di Stromae, durante il quale, con una maturazione artistica incredibile, affronta un tema delicato quale la prevenzione al suicidio.
Video Milena Baldassarri (2018)
Boryana Kaleyn (2023)
Questo nastro di Boryana è una delle “chicche” già citate sul blog, che evidenzia come si sia ampliata la platea di musiche utilizzabili per gli esercizi. Dinamica e veloce, l’atleta bulgara coinvolge gli spettatori che, scandendo il ritmo con le mani, diventano co-protagonisti della performance. Da sottolineare la qualità dei giri pivot, elemento tecnico predominante delle routine al nastro.
Gli esercizi di squadra ai 5 nastri
Se in una gara individuale l’insidia è sempre dietro l’angolo, riuscire a maneggiare in sincronia 5 nastri contemporaneamente non è cosa da poco. Capita infatti che questi attrezzi, volgarmente definiti “molli”, si annodino o si incastrino tra loro. È molto difficile infatti riuscire a portare a termine più di due minuti di esecuzione senza alcuna sbavatura.
E pensare che in origine i team erano composti da 6 ginnaste anziché 5! Cercando in rete, sono ancora disponibili i video dell’edizione ‘92 dei Campionati del mondo, quando la squadra russa vinse l’oro davanti all’Italia.
Solamente in due edizioni dei Giochi Olimpici abbiamo potuto vedere all’opera le ginnaste in pedana con l’esercizio ai 5 nastri: Atene 2004 e Rio 2016. Entrambe le edizioni furono vinte dalla Russia, seguita da Italia e Grecia nel 2004, da Spagna e Bulgaria nel 2016. Fu infatti proprio l’edizione greca a regalare la prima storica medaglia olimpica al nostro Paese.
In questa specialità l’Italia è famosa per la costruzione di esercizi particolarmente originali e creativi: dallo storico “diamante” di Atene, tramandato poi di generazione in generazione, alle iconiche pose iniziali. Alcune sono rimaste nella storia, come l’avvio “bendate” di Stoccarda nel 2015, valso l’oro mondiale, o la rivisitazione della “Creazione di Adamo” di Michelangelo, incipit della routine proposta a Rio.
Molte bambine si sono avvicinate alla ginnastica ritmica affascinate dai movimenti di quello che non è poi altro che un pezzo di stoffa lungo sei metri attaccato a una bacchetta. Vedendolo maneggiare con estrema dimestichezza dalle atlete più famose, il suo utilizzo può sembrare cosa semplice ma basta provare ad eseguire due spirali o due circonduzioni per rendersi conto che non è affatto così. Anche alla luce di questo, le performance che vi abbiamo proposto sono da considerarsi dei veri e propri capolavori, dietro ai quali ci sono lunghe ore di preparazione e allenamento.
Come di consueto, attraverso la discussione sul blog, siamo curiosi di scoprire quale tra questi esercizi vi è rimasto più impresso e se ne ricordate altri, meritevoli di restare nella storia di questo sport!
In this list I would add the unforgettable ribbon exercise of Anelia Ralenkova in 1984 composed by Neshka Robeva on the Bolero from Maurice Ravel. https://www.youtube.com/watch?v=4hTIL4hYFRo
Ahhhh quanto ho adorato il Bumble Bee Boogie di Godunko del 2004! quando mi capita di sentire quella musica mi vengono subito in mente la sua codina alta e il nastro giallo e nero 🥲
Che meraviglia! Aggiungo anche il nastro 2017 di Alexandra, per me tra i suoi esercizi più belli di sempre, e il nastro di Alice Taglietti 2021/22…non sono esempi ‘storici’, ma per me speciali, come del resto il nastro di Sofia 2023 che rimarrà sempre un gioiellino
Dimenticavo il nastro di Talisa 2018!
Affezionatissima al nastro di Bessonova e Baldassarri, mi ha colpito tanto rivedere quello di Mamun, soprattutto dopo “Over the limit”: c’è davvero tanta emozione, e tanta densità di significato, in quei gesti e in quella corsa + caduta finali.
Impressionante la precisione nelle difficoltà di corpo di Kabaeva, ogni volta che la vedo nei video del 99/2000 mi sembra irraggiungibile per mix di potenza e ampiezza, soprattutto nei salti.
Io avrei aggiunto senza un minimo di esitazione, il nastro di Maria Petrova Parigi 1994. Niente da aggiungere, andate solo a vederlo per le più giovani 🤩
Tutti stupendi ma, poiché avete scelto le due atlete capaci di farmi emozionare fino alle lacrime, non posso non fare i loro nomi: Anna Bessonova e Milena Baldassarri. Anche il nastro di Boryana però è tanta roba