La ginnastica ritmica è un mondo molto orientato allo spettacolo: a differenza della maggior parte degli sport, dove la divisa è pensata per essere funzionale, nella ritmica è tutto incentrato su ciò che brilla e attira l’attenzione.
Penso che tutte le ginnaste, senza eccezione, si siano trovate almeno una volta a raccogliere paillettes, lustrini e cristalli dalla pedana dopo la competizione, spinte dall’inarrestabile attrazione per la brillantezza. Mi ricordo la frenetica ricerca di un bagliore, spesso tra i piedi delle ginnaste del turno successivo, seguita da un esclamativo grido di gioia a ogni conquista.
Questo mi ha fatto notare come, sorprendentemente, la mia attrazione per le cose scintillanti persista ancora oggi, neanche fossi una gazza ladra! Ma nasce prima la passione per la ritmica, o quella per le cose luccicanti? A voi l’ardua sentenza!

Una passione d’oro
Che io fossi leggermente attratta dalle cose che luccicano lo si poteva capire sin dalla scuola materna: a quell’età, visto che era mia madre a realizzare alcuni dei miei abitini, un bel giorno le chiesi espressamente un vestito tutto oro. TUTTO. ORO. Se pensate che sia un po’ esagerato, forse non avete tutti i torti!

Nello stesso periodo, per il mio primo corso baby di ginnastica, quando dovetti scegliere le mie prime scarpette – all’epoca usavo quelle di artistica, con la suola in gomma – ovviamente la mia preferenza andò sull’oro. Mica male, eh?
Dopo aver iniziato con l’agonismo e aver sognato body sempre più luccicanti, nel 2003 finalmente ricevetti lui, il mio primo body individuale! Il modello lo aveva scelto la mia allenatrice insieme alla sarta: era sui toni del rosso e bordeaux, con il gonnellino lungo e dei motivi a fiamme decorati in oro. Purtroppo, a quel tempo ci si doveva accontentare di paillettes e perline, ma chissà quanto avrebbe potuto risplendere con l’aggiunta dei cristalli! Come vedete, ero comunque super fiera del risultato, con tanto di nastro abbinato, decorato a mano dal mio super papà.

Finalmente, si brilla!
Man mano che gli anni passavano e la moda ritmica si evolveva, i body diventavano più complessi. Rapidamente si passò dalle paillettes – pazientemente cucite da mia madre – fino ad arrivare a loro: i cristalli, le magiche pietrine capaci di trasformare le luci dei palazzetti in riflessi abbaglianti. Un visibilio per i miei occhi affamati di lucentezza!
Nel frattempo, la mia passione per l’oro e tutto ciò che luccica si fece strada anche nella mia vita privata. Più o meno a questo periodo risale il mio amore per Gustav Klimt, pittore austriaco noto per le sue composizioni con la foglia d’oro, ma anche per maglioncini e abiti con almeno un qualche cenno di glitter.
Purtroppo, dovetti aspettare di essere grande per raggiungere un grado di luccicosità adeguato. Era il 2009, quando finalmente indossai il mio primo body totalmente decorato con i cristalli. Lo avevo disegnato io, ispirandomi ad alcuni body famosi, e ne ero veramente fiera. Questa volta alla sfumatura di blu avevo deciso di abbinare una decorazione in argento, con tanto di parti dipinte con i glitter. Decisamente più luciccante dei precedenti!

La cascata di glitter
Verso la fine della mia carriera, grazie a qualche entrata personale, riuscii a farmi fare body sempre più complessi, fino ad arrivare lui: l’ultimo body, con una vera e propria cascata di cristalli! Anche in questo caso ero stata io a indicare un modello che mi piaceva alla sarta, che lo aveva pazientemente riprodotto attaccando i quasi 7.000 pezzi uno per uno.
Ho riguardato il body proprio in questi giorni per scrivere l’articolo e non ho potuto trattenere un’esclamazione nel vedere quanto fosse luccicante ai raggi del sole, estasiata. Dopo tutto questo tempo? Sempre!

Ho iniziato questo racconto parlandovi della mia passione infantile per l’oro: pensate che mi sia passata? Ebbene, no: l’anno scorso ho trovato un piumino di un colore senape-dorato che, abbinato alla mia berretta marrone, mi fa somigliare a un Ferrero Rocher ribaltato. Insomma: dalle pedane alle strade del mondo, farsi notare è sempre una buona idea! E dopotutto, chi non ama i cioccolatini?

Cristalli di tutti i colori
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Come è il vostro rapporto con glitter e brillantini? Sono l’unica pazza, o c’è qualcuno come me? Fatemelo sapere nei commenti!
Purtroppo non è tutto oro quello che luccica. È vero, sentirsi una principessa sulla pedana con un body pieno di cristalli è fantastico, ma cosa succede quando le luci si spengono? Personalmente, ho capito che dietro a tutta quella brillantezza non sempre c’è la sicurezza e la felicità che ci aspettiamo.
Ho imparato che la ricerca della perfezione estetica può far dimenticare quanto sia importante sentirsi bene dentro. Troppo spesso ci si sente inadeguati rispetto a standard impossibili da raggiungere. Quindi sì, anch’io ho sognato di brillare come una stella, ma ora capisco che la vera luminosità sta dentro di noi. Dovremmo concentrarci di più su come coltivare la nostra luce interiore, quella che non svanisce mai.
Ciao cara,
È una riflessione profonda quella che hai fatto. Grazie per averlo detto, magari altre persone hanno questo stesso stato d’animo.
Io ho avuto la fortuna di sentirmi “brillare dentro” quando ero in pedana (nonostante molte gare UISP) e anche fuori, ed è per quella felicità che ho messo con piacere qualche strass addosso assieme alle mie piccole atlete.
Ciao Val_Men, grazie per aver condiviso il tuo punto di vista così profondo e riflessivo. Hai toccato una corda molto significativa quando hai parlato della ricerca della perfezione estetica nella ginnastica ritmica: magari approfondiremo meglio questo argomento qui sul blog!
Trovo che il tuo messaggio sia un importante promemoria per tutti noi, specialmente in un mondo dove l’apparenza spesso viene enfatizzata più del necessario. Dovremmo tutti concentrarci di più sulla coltivazione della nostra luce interiore!
Grazie Sara B per aver raccontato la tua esperienza: anche io mi ritrovo nelle tue parole!
Ciao Bea! Chi come me è nata negli anni 80 non ha potuto beneficiare (almeno fino a fine carriera) di qualche strass. All’epoca giocavamo con le fantasie e con le stoffe: la ciniglia sembrava un lusso, se abbinata col pizzo ancora di più.
Mi sono sbizzarrita solo dopo, da grande, con le mie “bambine”. Fiocchi, glitter, lustrini da ogni parte! E pensare che io per lavoro e in famiglia non mi vesto mai appariscente e a malapena mi trucco. Ma in pedana tutto cambia: per me è sempre stata una trasformazione, una sorta di “incantevole Creamy” che grazie al giorno della gara riusciva a diventare un’altra persona. Adesso, da madre di maschio, cerco comunque di mettere magliette con lustrini che si trovano fortunatamente anche per gli XY (ah, già maneggia nastro e palla coi brillantini dall’età di 3 anni)